Una volta avvistato al Dall’Ara per Bologna-Cagliari, le ricostruzioni e presunzioni dei giornalisti, soprattutto quelli locali, circa la presenza del direttore sportivo della Juventus Fabio Paratici sono state le più disparate e ovviamente quasi tutte legate al calciomercato che sarà. Qualcosa dietro effettivamente c’è, anche se va ricordato il rapporto di amicizia che lega l’attuale dirigente bianconero all’amministratore delegato felsineo Zanzi.

Ovviamente il primo nome dibattuto sulle testate è stato quello di Manolo Gabbiadini, certamente in crescita, di proprietà della Vecchia Signora e in predicato di giocarsi un posto nel prossimo parco attaccanti juventino. Certo, l’occasione era buona, ma Paratici conosce talmente bene Gabbiadini da non ritenerlo sotto valutazione (difficile un suo secondo anno a Bologna, ma per l’ingresso in casa Juve forse è troppo presto).

Diverso il caso relativo a Frederick Sorensen, in comproprietà, che dopo tanta panchina si è con merito ritagliato la fiducia di Pioli: prestazione sopra le righe, solita puntualità e profilo basso ma esperienza che cresce sensibilmente. Era lì per lui, Paratici (al quale nel frattempo Zanzi ha chiesto informazioni circa il futuro di Boakye). Mandato da Conte che lo spedì in prestito nel gennaio 2012 avendo comunque sempre in mente la serietà e i margini del danesino. Nella difesa a tre servono sei uomini in rosa: ora anche Sorensen può giocarsi le sue chance per un nuovo posto all’ombra della Mole, consapevole comunque di avere grandi estimatori in Bundesliga tra cui Wolfsburg e Stoccarda.

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