Sono state poche le certezze capaci di assurgere al ruolo di filo conduttore in queste due strambe stagioni della Roma. A Sabatini e Baldini va dato atto di aver lavorato tanto e spesso anche bene in sede di mercato (salvo poi inciampare sulla scelta dell’allenatore) e tra le chicche arrivate nella capitale non senza clamore quasi due anni fa, si può annoverare senza ombra di dubbio l’argentino Erik Lamela, un classe ’92 che neanche ventenne aveva infiammato il Monumental con la maglia del River Plate. Per portarlo in Italia la dirigenza giallorossa strappò diversi assegni che, per un motivo o per l’altro, raggiunsero un valore complessivo di 17 milioni di euro: contratto quinquennale al ragazzo con ingaggio a salire (primi tre anni a 1,3 milioni netti, quindi 1,5 e infine 1,7). Ebbene, dopo venti mesi è tempo di bilanci: come è andata fino ad ora l’avventura in giallorosso di Lamela?

Bene, verrebbe da dire. La stagione passata ha mostrato subito le sue qualità (addirittura in gol all’esordio dopo neanche dieci minuti contro il Palermo) pur risultando ancora acerbo sia tatticamente che per temperamento: nervoso e in qualche circostanza poco sportivo (tre giornate di squalifica per uno sputo a Lichtsteiner), nella Roma targata Luis Enrique El Coco, come viene soprannominato, aveva alla fine realizzato appena 4 gol in campionato e 2 in Coppa Italia, una doppietta alla Fiorentina. Quest’anno il vento è cambiato e Lamela è cresciuto in maniera esponenziale: ancora difetta di continuità (in alcune partite scompare senza lasciare traccia), ma è migliorato molto sotto porta (13 gol in 24 partite sono un buon bottino) risultando anche molto prezioso a livello tattico. Con Zeman ha giocato principalmente da esterno d’attacco destro, ma all’occorrenza, soprattutto con Andreazzoli, ha anche ricoperto il ruolo di mezza punta.

Posizione in campo a parte, le classe di Lamela pare non si discuta e per saggiarne le qualità negli ultimi tempi si sono visti, sugli spalti, diversi osservatori: il Barcellona ci ha pensato, ma è il Manchester City di Mancini che ha considerato il suo acquisto con maggiore convinzione, tanto da inviare Vieira a visionarlo contro il Genoa, oltre che Mancini stesso durante Samp-Roma. La dirigenza capitolina sa bene che per costruire per gli anni a venire, dopo le buoni basi messe in queste due stagioni, non si possono vendere i pezzi pregiati (hanno mercato anche Marquinhos e Pjanic, riferendosi sempre ai top club europei), ma di fronte a un’offerta di 30 milioni di euro (quella che si dice voglia avanzare il City) sarà difficile rimanere impassibili. Anche perché Lamela ha un ingaggio relativamente basso e potrebbe guadagnare di più, anche perché la Roma l’anno prossimo non giocherà la Champions League.

La settimana prossima il suo agente Pablo Sabbag sarà in Italia e si incontrerà di certo con Sabatini e company: si parlerà del futuro di Erik Lamela, di contratti, di sirene estere. Alla Roma la valutazione più difficile: resistere o cedere? Erik Lamela, 21 anni da Buenos Aires, è in rampa di lancio.

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