Da alcuni giorni in Brasile migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro le spese del governo, stanziate per organizzare il Campionato del Mondo che si terrà tra un anno nel paese sudamericano. Ieri il governo di sinistra della presidente Dilma Rousseff ha rotto il silenzio dopo l’assalto di un gruppo di giovani che è riuscito a salire sul tetto del parlamento di Brasilia. “Le manifestazioni pacifiche sono legittime, è prerogativa dei giovani manifestare‘, afferma una nota del Governo. In realtà c’è preoccupazione per ché la situazione potrebbe aggravarsi come in Turchia.

I manifestanti, centinaia di migliaia in almeno 11 città del Paese, protestano contro l’aumento dei prezzi dei trasporti pubblici e contro le spese del governo per l’organizzazione della Confederations Cup, cominciata sabato scorso, e i Mondiali di calcio del 2014. Le proteste sono in gran parte pacifiche e le uniche degenerate in scontri violenti si sono avute a Rio de Janeiro e Belo Horizonte, dove si è disputato l’incontro di calcio Nigeria-Tahiti della Confederations.

La presidente Rousseff è già stata sonoramente contestata sabato scorso nello stadio di Brasilia durante la cerimonia inaugurale della Confederations Cup. Il movimento ‘Copa pra quem’ (Il mondiale per chi?) accusa il governo federale di aver sfrattato migliaia di famiglie per costruire nuovi parcheggi e strutture che ospiteranno i tifosi di tutto il mondo in occasione dei Mondiali di calcio del prossimo anno e contesta l’aumento dei prezzi dei trasporti pubblici. In tutte le città i giovani indossano fasce con la scritta “La rivolta dell’aceto” (l’aceto viene usato per mitigare gli effetti dei lacrimogeni).

Felipe Scolari, commissario tecnico del Brasile, si chiede cosa si può fare concretamente:

“Come possiamo intervenire? Con il nostro lavoro possiamo aiutare la gente o ci sono altri settori che devono agire nella maniera più corretta? Quello che possiamo fare è dare il meglio nel nostro lavoro, vediamo quello che succede, possiamo avere le nostre opinioni ma non possiamo interferire. La Seleçao è del popolo, noi siamo il popolo e quello che stiamo dando alla nostra gente è quello che vogliono da noi, speriamo di migliorare ancora e di dare gioia alla nostra gente”.

Hulk, in conferenza stampa al fianco di Scolari, chiede di ascoltare i manifestanti: “La gente sa qual è la verità, bisogna ascoltare chi manifesta e protesta. Personalmente credo che i Mondiali possano dare una mano al Paese e far fare un importante salto in alto al Brasile“.

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