Era nell’aria già da qualche giorno, oggi è diventato ufficiale (al netto degli immancabili ricorsi che potrebbero ancora modificare le pene): Stefano Mauri è stato squalificato per 6 mesi a causa dell’omessa denuncia di una presunta combine in Lecce – Lazio 2-4, partita di fine campionato di due anni fa per cui è stato squalificato anche il difensore dei giallorossi Stefano Ferrario (anch’egli costretto ai box per un semestre); contemporaneamente la Commissione Disciplinare, presieduta dall’avvocato Sergio Artico, ha combinato una multa di 40mila euro al club biancoceleste e una di 20mila ai salentini. Sicuramente pene “soft” rispetto alle richieste di Stefano Palazzi che aveva addirittura chiesto 4 anni e 6 mesi, ma la derubricazione del capo d’accusa da illecito a omessa denuncia le ha ridotte e di molto; nonostante questo i legali di Stefano Mauri, gli avvocati Amilcare Buceti e Matteo Melandri, sono tutt’altro che soddisfatti e annunciano il ricorso (giustamente, mi permetto di aggiungere, visto pure che il giocatore è stato in prigione!):

“Siamo in presenza di una decisione che lascia comunque un inevitabile fondo di amarezza, perché ingiusta la sanzione comminata per circostanze, le quali, analogamente all’illecito principale, non sono assistite da alcuna obiettiva fonte di prova. Anche in ordine all’omessa denuncia proporremo giusta impugnazione, per cancellare ogni addebito a carico del Capitano. Resta, infatti, un incomprensibile errore di valutazione della Commissione Disciplinare, atteso che nessuna prova del benché minimo coinvolgimento di Stefano Mauri nella supposta combine delle partire risulta allegata. Non ho ancora letto tutto il dispositivo ma predisporremo certamente l’appello. Le nostre prove sono state ritenute sufficienti per scardinare l’impianto accusatorio relativo a Lazio-Genoa; mentre per quanto riguarda Lecce-Lazio trovo strano che venga coinvolto Mauri quando non ci sono mai stati contatti con le altre persone coinvolte, Ferrario e Zamperini. Non c’è mai stato nessun incontro, non viene mai nominato, dunque adesso leggeremo bene la sentenza, ma certamente andremo in appello”.

Escono del tutto innocenti e puliti da questa storia sia i portieri all’epoca del Lecce Antonio Rosati e Massimiliano Benassi, sia il Genoa e il suo ex capitano Omar Milanetto, dal momento che alla fine è stato sentenziato che in Lazio – Genoa 4-2 del 14 maggio 2011 non ci fu illecito. Contento dell’assoluzione totale dei suoi assistiti Mattia Grassani, legale del club ligure:

“Il Genoa è l’unico dei 3 Club deferiti dalla Procura prosciolto e questo è un dato di assoluto rilievo perché dimostra la totale estraneità della società e del giocatore. Chi crede nel diritto e nella giustizia sportiva non poteva aspettarsi una diversa soluzione da quanto è stato deciso dalla Commissione Disciplinare. Hanno vinto la pulizia e trasparenza di Milanetto e del Genoa. Non sussistevano in alcun modo margini per addivenire a una pronuncia di condanna dei miei clienti. La forza della verità dei fatti ed in buon senso dei componenti della Disciplinare hanno portato all’unico verdetto possibile ed accettabile”.

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ultimo aggiornamento: 02-08-2013


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