Aggiornamento del 28 agosto 2013 – È arrivata la tanto attesa fumata bianca, l’incontro che si è tenuto stamattina negli uffici dell Figc tra Associazione Italiana Calciatori e Lega Pro si è concluso con la decisione di sospendere lo sciopero indetto nei giorni scorsi. La decisione verrà ratificata domani dai club che si riuniranno in assemblea a Firenze. Decisiva è stata la mediazione del presidente federale Giancarlo Abete.

La Lega Pro sciopera contro le nuove regole sui giovani, salta la prima giornata

La prima giornata dei campionati di Lega Pro di Prima Divisione e Seconda Divisione in programma per domenica prossima non si giocherà, è l’effetto di uno sciopero proclamato dall’Associazione Italiana Calciatori (AIC). La decisione era nell’aria da qualche settimana, all’inizio si era parlato di far coincidere la protesta con i primi turni della Coppa Italia, alla base del contendere le nuove regole sull’età media delle rose varate quest’anno, norme che i calciatori non hanno digerito per niente. Damiano Tommasi, in qualità di presidente dell’AIC, ha spiegato i motivi di questo sciopero parlando di discriminazione e di mancanza di criteri meritocratici:

La norma presenta chiari profili di illegittimità, crea discriminazioni nei confronti dei calciatori. Siamo disponibili a discutere di tutto ma sull’obbligatorietà dell’età media proprio non ci siamo. In teoria i margini per un trattativa ci sono, il tempo c’è ma per noi è fondamentale che la norma venga rivista. Noi pensiamo che non si possa andare in campo in base all’età ma in base a criteri oggettivi e meritocratici e non si può vincolare la distribuzione delle risorse a queste regole. Fare così sarebbe la cosa peggiore per il calcio: il campo non dice mai bugie, e se vuoi scendere in campo devi essere prima di tutto bravo.

Fino all’anno scorso i club erano obbligati a schierare un numero minimo di “under”, questo per favorire la crescita dei giovani, da quest’anno invece le rose non potranno superare un età media, pena l’esclusione dalla divisione di alcune risorse economiche, ne avevamo parlato più nel dettaglio qualche settimana fa. La novità, fortemente voluta dal presidente Macalli, non piace ai tanti calciatori senza contratto che a causa della loro carta d’identità da quest’anno fanno ancora più fatica a trovare lavoro. Tommasi spiega che l’AIC è sempre a favore delle politiche per incentivare lo sviluppo dei vivai e la crescita dei giovani calciatori, ma non in questi termini e aggiunge che in questa loro battaglia hanno anche avuto l’appoggio dell’Assoallenatori:

Ora si è creato un muro contro muro che non promette nulla di buono e non è quello che volevamo. Abbiamo partecipato alla riforma pensando di dare il nostro giusto contributo ma questa norma non va in quella direzione che auspicavamo. La missione in favore dei giovani la condividiamo, ma quello che non torna è questa obbligatorietà che vuole incidere sulle scelte tecniche. In questo abbiamo avuto la solidarietà anche dall’associazione allenatori.

La risposta è arrivata dal Francesco Ghirelli e non è stata certo conciliante. Il direttore generale della Lega Pro ha annunciato che la giornata resta in programma e le squadre che non si presenteranno avranno partita persa a tavolini, con annesse relative sanzioni. Viene respinto anche il parallelismo con lo sciopero dei calciatori di Serie A in occasione del rinnovo del contratto collettivo, proprio il 26 agosto di due anni fa infatti l’AIC annunciò la protesta che avrebbe portato allo slittamento dell’avvio del torneo. Per Ghirelli le due vicende non sono equiparabili:

L’Aic fa riferimento al rinvio della giornata di serie A, ma in questo caso la Figc non ha possibilità di intervento. Sono molto dispiaciuto dalla posizione dell’Assocalciatori, non c’è consapevolezza della crisi del calcio, che per anni ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità. Per questo bisogna raffreddare i costi, e ogni campionato deve avere la sua peculiarità: la nostra sono i giovani. Le quote giovani devono ancora essere approvate dall’assemblea e comunque si può far giocare anche una squadra di trentenni, ma allora si perdere una parte di quella porzione di contributi, e nient’altro. Due anni fa si parlava di un accordo collettivo con tre attori, uno dei quali era la federazione: qui sono investimenti di privati, in cui neanche la Lega può intervenire.

Una tesi abbastanza ardita da sostenere dal momento che comunque di una norma varata dalla Lega si sta parlando. Come ha specificato Damiano Tommasi in questi giorni continuerà la trattativa con l’obbiettivo di trovare una posizione condivisa tra le parti, c’è ancora qualche giorno affinché si possa raggiungere la quadratura del cerchio. Se così non fosse allora il campionato di Lega Pro resterà fermo al palo per almeno una settimana, non una buona notizia. Nell’anno della riforma, si passerà da due divisioni ad una soltanto, con i campionati senza retrocessioni, questo stop rischia di creare danni economici ancora maggiori ad un sistema, quello dei campionati minori, già in debito di ossigeno da un bel po’.

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ultimo aggiornamento: 28-08-2013


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