Va a mille la creatura di Rafa Benitez, adesso anche giustamente tronfia dopo aver sconfitto il Borussia Dortmund nel battesimo stagionale in Champions League. E i meriti vanno divisi tra l’allenatore, la retroguardia (che pareva essere il punto debole) e le giocate in avanti dell’asse Callejon-Hamsik-Insigne-Higuain. Insomma, finalmente un Napoli che ha sdoganato molto in fretta i dettami più conservativi del calcio di Mazzarri: si punta in alto, molto in alto.

Per non scottarsi, però, è l’architrave a non doversi sfaldare. E per architrave si intende soprattutto l’uomo che permette al momento la giusta dose di equilibrio a una squadra che in passato appena provava la “trazione anteriore” pagava dazio sul campo in termini di risultati. Si fa riferimento a Valon Behrami, ex Lazio, Fiorentina e West Ham, centrocampista a tutto campo dal grosso senso tattico e dal fallo “utile” quando serve (il Borussia ne ha subiti parecchi ai trenta metri, di quelli commessi con grande furbizia senza mai rischiare nulla).

Ha polmoni, Behrami. Non è Gerrard né come qualità né come personalità, ma calcisticamente è la pedina fondamentale del Napoli ispanico messo in piedi per il nuovo corso. E’ stato lui infatti il migliore contro il Borussia: concreto, sicuro, tosto e adesso anche più preciso nel primo passaggio. Inler va invece a sprazzi, ma con un partner così può dormire per ora sonni tranquilli. Per di più la coppia arretrata Albiol-Britos ha goduto dei benefici del filtro messo in opera dal mediano (ex laterale destro) svizzero-kosovaro.

Sì, perché Behrami è in gran forma, ma soprattutto è colui che ha digerito meglio di tutti la lezione di Benitez: si spinge, ai attacca, si avanza anche con giocate di fraseggio, ma sempre con un occhio dedicato a non perdere le misure. Operazione riuscita grazie a Behrami, dunque. Capace anche di coprire con assoluta determinazione e continuità le avanzate a turno di Maggio e Zuniga sulle corsie esterne.

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ultimo aggiornamento: 19-09-2013


Rassegna stampa 19 settembre 2013: prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport

Calcio italiano sempre più povero: tutti i numeri del fallimento