Sono ufficialmente cominciati i festeggiamenti per il centenario del Parma: la società ducale, infatti, è stata fondata il 16 dicembre 1913 con la fusione tra il Verdi Foot Ball Club e il Parma Foot Club. Il club gialloblu ha vissuto il suo periodo d’oro soprattutto dal 1990, anno della prima promozione in Serie A, al 2002, anno dell’ultimo titolo vinto con la conquista della Coppa Italia. In questo periodo, il Parma ha vinto tre coppe nazionali e una Supercoppa Italiana e si è affermato anche a livello europeo vincendo una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, due Coppe Uefa e qualificandosi tre volte per la Champions League.

Uno dei tanti protagonisti di parte di quel periodo fu il calciatore colombiano Faustino Asprilla: l’affetto dei tifosi ducali per il giocatore, ritiratosi nel 2004 e oggi 43enne, è rimasto immutato considerato che i tifosi hanno praticamente bloccato la città al suo ritorno a Parma per giocare la partita del Centenario di oggi (Stelle Gialloblù – Stelle Crociate, terminata con il risultato di 5-7, doppietta del colombiano che giocava con i gialloblu).

Davanti alla Pasticceria D’Azeglio, Asprilla ha concesso foto, autografi, baci, abbracci e strette di mano ai tifosi che sicuramente ancora rimpiangono il periodo d’oro del Parma.

Asprilla, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha rivissuto la sua carriera in Italia e ha anche espresso la sua opinione su temi riguardanti il calcio attuale.

Queste sono state le sue dichiarazioni riguardanti la sua carriera con la maglia gialloblu:

Mi prese il Parma. Non mi conosceva nessuno. Quando sono arrivato a Parma mi avevano appena operato al menisco in Colombia. A quel tempo gli interventi non erano mica sofisticati come quelli di oggi: si tagliava e via… Io ho fatto una carriera intera con un ginocchio aggiustato male.

Asprilla è in vena di simpatiche provocazioni: il colombiano, infatti, ha affermato che se avesse giocato con maglie più prestigiose, come quelle di Juventus, Milan e Inter, avrebbe sicuramente vinto il Pallone d’Oro (“Se l’ha portato a casa Nedved, con tutto il rispetto…”).

Il campione colombiano, inoltre, ha dichiarato che fare l’attaccante oggigiorno è più facile perché gli attaccanti sono più protetti dagli arbitri rispetto al passato (Mario Balotelli non sarebbe affatto d’accordo con questo pensiero).

Asprilla, che oggi insegna calcio ai bambini nel suo paese, ha criticato anche gli stipendi attuali (“Si guadagna troppo, in un mese una pippa prende più di Van Basten in un anno”) e anche svelato come risolveva i suoi “problemi” con il razzismo ai suoi danni:

Non ho mai detto niente. Io ho sempre pensato a giocare, e basta. E poi, se uno fa “buuu”, sono problemi suoi, mica miei.

Foto | © Getty Images

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ultimo aggiornamento: 13-10-2013


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