Quando arrivò due estati fa alla Lazio in molti non ne conoscevano l’esistenza, almeno non in Italia e men che meno tra gli ambienti del tifo biancoceleste: la scorsa stagione Vladimir Petkovic conquistò tifosi, anche diversi da quelli laziali, e addetti ai lavori per sagacia tattica e equilibrio comportamentale, mettendo in bacheca una Coppa Italia tanto più prestigiosa perché conquistata in finale contro gli acerrimi rivali della Roma. Dal trionfo dell’Olimpico del maggio scorso a oggi è passato un semestre, evidentemente abbastanza per ridimensionare il rapporto tra lui e l’ambiente capitolino, inteso questo come dirigenza della Lazio, spogliatoio e non ultimo tifosi. A peggiorare le cose, oltre ai risultati che per lo meno in campionato sono tutt’altro che esaltanti, una voce che da più parti viene indicata come qualcosa di più: Ottmar Hitzfeld, attuale commissario tecnico della Svizzera, dopo i mondiali brasiliani in cui la nazionale elvetiva parteciperà da testa di serie, andrà definitivamente in pensione lasciando dunque vacante la panchina dei rossocrociati.

Così a Berna e in tutti i cantoni della Confederazione è cominciato il toto-allenatore: chi sarà il sostituto del decano tedesco dal prossimo agosto? I nomi si sprecano da giorni: si è parlato di Favre del Moenchengladbach e di Koller, attuale selezionatore dell’Austria, e ancora Klinsmann (ora ct degli USA) e Di Matteo, di fatto svincolato; poi Tami, tecnico della Svizzera Under 21 e Pont, attuale vice di Hitzfeld, ma fra tanti contendenti (c’è già chi come Favre o Koller si sono auto-tagliati fuori) il nome più accreditato pare quello di Petkovic. Anzi, secondo più di una fonte l’attuale allenatore della Lazio avrebbe già firmato un pre-accordo con la Federazione calcistica svizzera, secondo il quale allenerà la nazionale elvetica fino al 2016 con rinnovo automatico del contratto nel caso dovesse qualificarsi ai prossimi europei che si terranno nel 2016 in Francia. Una voce che è arrivata anche nella stanza dei bottoni laziale, che evidentemente non ha preso bene la notizia, indiscrezione o meno che fosse.

In teoria niente di strano, anche perché a Petkovic il contratto con la Lazio scade proprio a giugno dopo di che sarà libero di accasarsi dove meglio crede; ma se già sta facendo fatica a tenere unito lo spogliatoio, Lotito e Tare immaginano che sarà ancor più arduo avere la giusta autorità su un gruppo consapevole che il loro allenatore lascerà a prescindere dai risultati. A Formello si monitora la situazione: ieri il passaggio del turno in Europa League, poi due delicate sfide contro Napoli (lunedì sera, in casa) e Torino, in Piemonte, alzare un polverone ora non aiuterebbe nessuno; anche perché l’ufficialità di un suo eventuale passaggio sulla panchina della Svizzera non avverrebbe prima di Natale e lo stesso Petkovic sa bene che finché non sarà tutto nero su bianco non potrà esporsi più di tanto. “Ho un contratto fino a giugno e sono col cuore e la mente concentrato sulla Lazio” ha detto ieri a Varsavia, ribadendo il concetto espresso alla vigilia della sfida col Legia (“Solo voci di corridoio che apprendo dalla stampa“), in realtà la fumata bianca è vicina. Per il nativo di Sarajevo che da 25 anni si è stabilito tra le valli svizzere (prima come calciatore, poi come allenatore, acquisendone anche la cittadinanza) sarebbe un ritorno a casa.

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ultimo aggiornamento: 29-11-2013


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