“Mi auguro di avere giocatori 40 giorni prima per testare le condizioni fisiche, mai come questa volta dobbiamo sbagliare poco. Ed il mio è assolutamente un appello ai club”. Così aveva parlato Cesare Prandelli dopo aver assistito al sorteggio dei gironi per il mondiale in programma in Brasile. Oggi è arrivata la replica all’appello del ct della Nazionale italiana. E la risposta è un netto e inamovibile ‘no.’ A pronunciarlo è stato Maurizio Beretta, presidente della Lega Serie A, intervenuto a Radio 24

Al punto in cui siamo non è assolutamente possibile cambiare il calendario del campionato. Prandelli ha espresso un auspicio e ognuno ha giustamente il suo meglio come riferimento. Noi abbiamo agito come gli altri paesi europei sulla base anche del calendario Uefa. Il campionato finisce il 18 maggio, poi speriamo che qualche squadra italiana sia impegnata ancora per qualche giorno fino alla finale di Champions League del 24 maggio.

Dunque l’ipotesi di accorciare anche solo di una settimana il campionato non è nemmeno da prendere in considerazione perché “sono impegni che muovono organizzazioni complesse, tifoserie importanti e la programmazione è un’esigenza di tutti”. Il numero uno della Lega ha aggiunto:

Dentro il quadro esistente che non è modificabile per il numero delle squadre, le finestre e soprattutto i meccanismi di pianificazione che vengono da Fifa e Uefa che sono predeterminate, dobbiamo con grande spirito collaborativo trovare il modo migliore. La collaborazione non è mai mancata, c’è sempre stata da parte dei club.

A tal proposito Beretta ha rivendicato il fatto che i club abbiano sempre avuto “grande attenzione alle competizioni della Nazionale e gli azzurri militano anche in campionati diversi” anche in relazione ai giocatori stranieri che giocano in Italia. Intanto, mentre l’auspicio di Prandelli di poter riunire gli azzurri una settimana prima svanisce, è stato confermato (dal direttore generale della Figc, Antonello Valentini, a Radio Uno) che sarà Mangaratiba, città di 32.533 abitanti dello stato di Rio de Janeiro, il quartier generale della Nazionale ai prossimi Mondiali. Fino al 18 dicembre però c’è tempo per cambiare idea. Ma solo sulla sede, messa in discussione nelle ultime ore in considerazione del fatto che il sorteggio costringerà l’Italia a giocare le tre partite del girone a Manaus, Recife e Natal, località piuttosto distanti da Rio e con condizioni climatiche differenti.

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