Le prime pagine dei giornali odierni non potevano che indugiare sull’esordio (vincente) di Clarence Seedorf sulla panchina del Milan, tre punti che a ben vedere non mancavano da tanto (il 3-0 all’Atalanta del 6 gennaio scorso) prodotti del resto col più risicato dei punteggi: 1-0 di rigore, gol di Balotelli, un classico degli ultimi tempi a tinte rossonere. Tra l’altro il Diavolo in settimana aveva pure passato il turno in Coppa Italia con Mauro Tassotti in panca, e con l’ex mister Max Allegri s’era qualificato agli ottavi di finale di Champions League: insomma, a parte una classifica disastrosa in campionato, per cui le responsabilità erano ascrivibili non solo al mister ma anche, se non soprattutto, ai giocatori e dirigenza, la squadra fino all’arrivo dell’olandese in panchina girava mala soprattutto per via di un gioco deficitario e proprio su quello dovrà intervenire l’ex numero 10 rossonero. Ci sarà tempo, perché in tre giorni non si possono fare miracoli, così ieri contro il Verona contava fondamentalmente vincere e soprattutto agire sulla testa dei giocatori, cercando in 72 ore di cambiare approccio alla partita e psicologia prima, durante e dopo la gara.

Per cui, è ben sussurrarlo più che sottolinearlo marcatamente, il primissimo Milan di Seedorf non ha giocato bene, ha vinto in extremis con un rigore regalato da Gonzalez ma ha comunque offerto sorrisi e ottimismo, come ha spiegato lo stesso tecnico a fine gara:

“Ci siamo chiusi in un cerchio tutti abbracciati. Faremo così da qui in avanti, dopo vittorie, pareggi o sconfitte. Siamo una squadra. Sono felice per il gruppo, anche per il lavoro che ci aspetta ancora, che è tanto. Vincendo è tutto meno pesante. Cosa si è visto di mio? Nel primo tempo la difesa molto alta che ci consente di giocare con quattro giocatori di qualità davanti. Nella ripresa è subentrata un po’ di stanchezza, ma direi che la vittoria è meritata per quanto visto nel primo tempo. Questa settimana ci sono Udinese e Cagliari, poi ci dobbiamo concentrare su alcuni aspetti. Il focus è stato ritrovare la gioia di giocare a calcio: fare allenamenti con il pallone”.

Mario Balotelli, croce e delizia di Milan e Nazionale, ha subito trovato uno speciale feeling con Seedorf; dopo il gol si sono scambiati segni d’intesa, col secondo che ha pubblicamente elogiato il primo (“E’ un ragazzo dolce e di grandissimo talento che farà bene al Milan e all’Italia. Spero di poterlo aiutare a crescere. Lui ha dimostrato grande volontà di far parte di questo cambiamento“), ma anche l’ex Citizens non ha lesinato parole d’intesa nei confronti del suo nuovo allenatore:

“E’ una vittoria che dedichiamo a Seedorf, la prima partita era la più difficile. In una situazione non facile siamo riusciti a vincere. L’abbiamo organizzata e giocata molto bene. Ci ha chiesto di giocare con quattro attaccanti, ci ha chiesto di pressare subito, ha funzionato perché riuscivamo a recuperare palla. Mi trovo bene in quella posizioni, con più palloni ancora meglio. La svolta? Chi ben comincia è a metà dell’opera”.

In generale è un tripudio di complimenti e di felicità lo spogliatoio milanistra; Nigel De Jong spiega:

“E’ sempre stato il mio idolo Seedorf, rivedere la foto con lui all’Ajax è stato molto emozionante. Nella vita, poi, certe persone ritornano. Il sistema di gioco è cambiato, è un gioco molto più offensivo e si nota subito. L’approccio è diverso rispetto a quello di prima. Alla fine della gara ci siamo abbracciati tutti quanti e ci ha detto che adesso dobbiamo concentrarci al 100% su tutte le altre partite. Ha voluto tutti, non solo i giocatori, in questo momento”.

Mattia De Sciglio aggiunge:

“Seedorf ha portato grande entusiasmo e l’abbraccio finale è stato molto bello perché la volontà del mister è quella di creare un gruppo unito. Dobbiamo imparare dal mister e dalla sua esperienza. Inoltre ha portato le sue idee di gioco, un gioco propositivo dove tutti agiscono in combinazione coi compagni. Oggi c’era l’entusiasmo e la voglia di fare bene portando a casa i tre punti”.

Ora dunque sotto con la partita di Coppa Italia con l’Udinese, mercoledì sera a San Siro, quindi la delicata trasferta di Cagliari; per Seedorf sarebbe stato meglio avere una settimana intera per preparare la gara del Sant’Elia, ma forse è solo giocando che il gruppo potrà cementarsi ancora di più. Occhio però, perché alla prima sconfitta potrebbero cominciare a sorgere i primi interrogativi: solo a quel punto si capirà di che pasta è fatto il successore di Allegri. In attesa, sempre e comunque, che il Milan cominci ad offrire ai propri tifosi un gioco decente.

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ultimo aggiornamento: 20-01-2014


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