Pablo Daniel Osvaldo non fu presente nell’elenco dei convocati della Confederations Cup non a causa della lite con Aurelio Andreazzoli, ma perché rifiutò di presenziare alla premiazione della Coppa Italia subito dopo. E’ questa la spiegazione di Cesare Prandelli che del cosiddetto codice etico ne ha fatto un marchio di fabbrica in questi anni alla guida della Nazionale Italiana.

Furono minuti convulsi in cui Osvaldo mandò platealmente a quel paese Andreazzoli dopo il fischio finale della partita persa contro la Lazio, per poi non farsi vedere durante la premiazione. Per il commissario tecnico i mesi che verranno saranno gli ultimi sulla panchina dell’Italia e culmineranno con il mondiale brasiliano. A Cesena, dove ha partecipato ad un convegno sul settore giovanile, il c.t. risponde a precisa domanda sul bizzoso attaccante italo – argentino in forza alla Juventus da pochi giorni:

“Ho escluso Osvaldo dalla Confederations non perché avesse litigato con l’allenatore della Roma (Andreazzoli, ndr) come molti dicevano, ma perché era l’unico giocatore che non era andato a ricevere la medaglia (quella del secondo posto della finale di Coppa Italia della passata stagione vinta dalla Lazio sulla Roma, ndr)”.

Prandelli accoglie favorevolmente l’arrivo di Clarence Seedorf al Milan. L’olandese è visto bene da tutto l’ambiente degli allenatori italiani e il commissario tecnico spera, in cuor suo, che l’ex calciatore del Botafogo faccia da chioccia ad un diamante grezzo come Mario Balotelli – che sta attraversando un periodo non facile – e che riesca a motivarlo nel Milan, ma anche in vista dell’appuntamento mondiale in Brasile:

“Seedorf? Ho sempre sostenuto che chi uscisse da un super corso di Coverciano debba obbligatoriamente passare da un settore giovanile. Per Clarence è diverso. Ho grande considerazione per lui, era già un Professore in campo. Ha studiato e sta studiando ancora, ha una grande personalità, toglie pressioni ai giocatori e di certo non toglie lavoro a nessuno. Sono convinto che abbia la mentalità giusta per reggere la pressione. Le lacrime di Napoli? Sono emozioni private. Mario non è un campione? Sono convinto che Balotelli possa arrivare al Mondiale molto più preparato seguendo i consigli di Seedorf”.

Infine, non poteva mancare una considerazione sul campionato mondiale e sulle aspettative dell’Italia. Prandelli vuole ripetere il buon Europeo di due anni fa, terminato (purtroppo) nel modo peggior in finale contro la Spagna, ma ammette candidamente che la sua Nazionale non partirà con i favori del pronostico. Tuttavia il c.t. è ugualmente fiducioso per via dell’innata predisposizione italiana all’organizzazione tattica, che spesso sopperisce qualche lacuna tecnica:

“In questo momento stiamo cercando di preparare al meglio tutto, anche i minimi particolari e il sogno è quello di arrivare preparati per fare un grande Mondiale. Sono convinto che se riesci a fare un ottimo cammino dal punto di vista del recupero e dell’alimentazione e a dare ai calciatori un ambiente sereno e stimolante, possiamo sognare. Nel Mondiale ci saranno delle sorprese, non sarà solo un Mondiale fisico ma anche tatticamente si vedrà qualcosa di nuovo. Noi non siamo più i migliori ma possiamo battere i migliori perché abbiamo la capacità di organizzare a livello strategico e di esprimerci al massimo perché questa squadra ha molte qualità”.

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Rassegna stampa 14 febbraio 2014: prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport