Non è stata una domenica come tutte le altre per la Lazio e per una larga fetta di tifosi che ha assistito, allo stadio Olimpico, all’incontro dei biancocelesti contro il Sassuolo. Alle ore 18.00 un corteo di circa cinquemila tifosi è partito in direzione dell’impianto sportivo. Quasi tutti i tifosi avevano in mano dei cartoncini bianchi con la scritta “Libera la Lazio“, un chiaro invito al presidente Claudio Lotito, il bersaglio della contestazione organizzata con un tam tam sul web e nella radio. All’interno dell’Olimpico i cartoncini erano migliaia e già prima del fischio di inizio si sono levati cori di protesta nei confronti del numero uno laziale.

Lazio-Sassuolo | Claudio Lotito contestato – Foto

40 mila gli spettatori presenti allo stadio, un numero sicuramente consistente (basti pensare che contro il Ludogorets in Europa League non si sono superate le 10 mila presenze). Tra un’ormai cospicua parte della tifoseria e Lotito si era instaurata una sorta di tregua armata dopo la vittoria della Lazio nella finale di Coppa Italia contro la Roma, partita considerata da molti sostenitori biancocelesti come la “Madre di tutte le battaglie”. Ma il deludente calciomercato estivo e la cessione di Hernanes nelle ultime ore del calciomercato invernale, non seguita da un rimpiazzo importante, hanno nuovamente scatenato la rabbia dei tifosi.

Tra gli striscioni preparati per la manifestazione “Libera la Lazio” campeggiava la scritta “O noi o lui”. “Te ne devi annà” è stato invece uno dei cori intonati dai presenti, mentre un altro striscione eloquente è comparso in Tribuna Tevere: “A Cragnotti je spicci casa”, un modo di dire romanesco per sottolineare la superiorità gestionale dell’ex presidente nei confronti di Lotito, secondo i tifosi. Tuttavia l’ennesima protesta potrebbe risultare inutile: Lotito detiene il 67% delle azioni e non ha alcuna intenzione di vendere il club. Ecco le sue dichiarazioni al termine di Lazio – Sassuolo (che per la cronaca è terminata 3-2 per i biancocelesti, ma in questo turno di campionato diventa incredibilmente un dettaglio):

“Ho fatto i complimenti alla squadra perché in un clima di questo genere hanno trovato per ben 3 volte il vantaggio. Non sono amareggiato, prendo atto da certi atteggiamenti ricorrenti tra l’altro. La critica deve essere costruttiva e deve prescindere dalle minacce. Vorrei ricordare a tutti che il 19 luglio del 2004 questa società fatturava 84,5 milioni e ne perdeva 86, 6 aveva 550 milioni di debiti. Io ho messo circa 75 milioni di € personali. Dopodiché questa società ha avuto una grande crescita sia sul campo che dal punto di vista finanziario. Oltre ai costi ordinali ho da saldare la rata del debito di 6 milioni, inoltre ho fatto tutta una serie di cose: ho dotato questa società di una televisione delle migliori, la Lazio è l’unica società ad avere una stazione radio, ho ristrutturato tutto Formello che adesso è da considerarsi un gioiello. La Lazio ha il miglior ranking del settore giovanile. Abbiamo vinto trofei, l’ultimo dei quali uno dei più importanti della storia del club. Abbiamo sempre rispettato il fair play finanziario ed abbiamo bilanci tra i più sani in Italia. Sono disponibile a migliorare, ma non posso accettare condizioni esterne alla società. La Lazio non è in vendita, la darò a mio figlio. Tutte le persone che pensano di costringermi a vendere devono cambiare atteggiamento al fine di non incorrere in situazioni spiacevoli, analoghe a quelle verificatesi nel 2005. L’era Lotito è ancora lunga, sono molto sereno. Le falsità ad arte di organi d’informazioni che sobillano la gente non le accetto. Questa contestazione non ha nulla a che vedere con lo sport”.

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Rassegna stampa 24 febbraio 2014: prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport