Occhio a parlare di metamorfosi, di exploit improvvisi ne sono piene le cronache calcistiche, di fatto Jonathan alla non più tenera età di 28 anni sembra definitivamente maturato. Come ammonisce quella vecchia volpe interista di Tarcisio Burgnich a tmw: “Chi va in Nazionale deve essere tutte le domeniche all’85 e 90%, se si sbaglia una partita decisiva in Nazionale si va fuori dai giochi. Questo ragazzo ha fatto bene in questa gara, ma bisogna vedere se ha avrà continuità” riferendosi alla possibilità che inizia a circolare in questi giorni di un possibile approdo in azzurro del numero 2 dell’Inter, brasiliano in tutto e per tutto eppure in possesso di passaporto italiano.

Parliamoci chiaro, negli ultimi quattro o cinque anni ne abbiamo viste di tutti i colori in tema di convocazioni “oriunde” in Nazionale; basta un minimo spiraglio e il più open-minded dei commissari tecnici della Nazionale Italiana, al secolo Cesare Prandelli, non perde tempo a chiamare a sé un sudamericano con lontane parentele col Belpaese. E’ il caso dei vari Thiago Motta, Osvaldo e Paletta, ma anche di Amauri che di italiano aveva solo qualche gene della moglie i cui avi provenivano da chissà dove. Nel caso di Jonathan la moglie Luana aveva prozii di Lucca, abbastanza per il regolamento, abbastanza per vagheggiare sull’ipotesi: il bistratto Jonathan, l’improponibile Jonathan, il risorto Jonathan a difendere con la maglia azzurra la fascia destra nei Mondiali brasiliani.

Dopo la prestazione super in quel di Verona contro l’Hellas, con gol e assist annessi, a caldo il laterale interista aveva ammesso: “Se Prandelli mi chiamasse…”. Tornato sull’argomento sulla TwitterChat del sito nerazzurro, ha rincarato la dose:

“Mondiale? Sarei felice di giocarlo con l’Italia e mi piacerebbe giocare assieme a Pirlo. Prandelli o Scolari? Prenderò la prima opportunità”.

Ma davvero è proponibile una cosa del genere? Jonathan è meglio di Darmian, o Cassani, o Abate, o Maggio?

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ultimo aggiornamento: 20-03-2014


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