Se per caso doveste incontrare un tifoso del Paris Saint German, allora chiedetegli chi sono secondo lui i tre giocatori più forti della squadra per cui tifa: senza esitare vi risponderà in rigoroso ordine “Thiago Silva, Verratti, Ibrahimovic“. La spina dorsale della squadra attualmente più forte di Francia fino a due anni fa era di stanza in Italia, ma a ben vedere il centrocampista abruzzese non ha mai giocato neanche un solo minuto in Serie A; ceduto dal Pescara nell’estate del 2012 per 14 milioni di euro (a lui un contratto di tre anni a 800mila euro), in una sola stagione al Parco dei Principi ha incantato tutti, mister Carlo Ancelotti compreso. L’agente Donato Di Campli ha allora bussato alla porta della dirigenza così che Verratti l’estate scorsa ha rinnovato il suo contratto coi capitolini fino al 2018 a 2 milioni netti all’anno, e non è detto che non vi sarà un ulteriore adeguamento.

Già, perché il mediano basso della corazzata francese è diventate definitivamente grande: non solo perché l’11 marzo scorso ha potuto festeggiare la nascita del primo figlio, ma anche perché l’Europa intera si è definitivamente accorta del suo immenso talento. Qualche giallo di troppo, è vero, qualche incertezza (ma si contano sulle dite di una mano) palla al piede specialmente se pressato, ma in generale il gioco di Verratti è splendido, e negli ultimi tre giorni ha avuto una piccola grande consacrazione. Alla vigilia della sfida del PSG col Chelsea, il compagno Zlatan Ibrahimovic aveva detto in conferenza stampa:

“Ci sono anche giocatori a cui basta scendere in campo e giocare come sanno fare di solito. L’esempio è Marco Verratti che magari tutta quest’esperienza non ce l’ha, ma non ne ha neppure bisogno perché è un giocatore di classe mondiale”.


Poi la gara di ieri sera, vinta 3-1 dal Psg con Verratti protagonista (anche se uscito acciaccato al minuto 76) grazie a un dinamismo unico, unito a piedi deliziosi e grinta da vendere; a fine partita il suo allenatore Laurent Blanc ha detto di lui:

“Prende un po’ di rischi, ma io lo stimo molto e poi è giovanissimo e può crescere ancora tanto. Mi piacciono i giocatori che si prendono certe responsabilità”.

Anche il diretto interessato si è presentato ai microfoni; lo ha intervistato Sky che lo ha anche punzecchiato in chiave mercato. In Italia l’anno scorso si era fatto sotto il Napoli, anche la Juve lo ha sempre tenuto nel mirino fin dai tempi di Pescara, mentre le ultime insistenti voci raccontano di un Carlo Ancelotti che lo avrebbe espressamente richiesto per il suo Real Madrid. Verratti è concentrato sul finale di questa stagione, e non solo:

“Non commetteremo l’errore di pensare di essere già in semifinale, ci sono ancora 90 minuti e dovremo cercare di attaccare. Non ho nostalgia dell’Italia, mi godo questa esperienza e spero di restare a Parigi il più a lungo possibile. Il Mondiale? Uno ci spera, di certo è importante far bene qui per essere chiamati”.

Ora la palla passa a Cesare Prandelli: uno così può giocare insieme a Pirlo nella mediana dell’Italia? Un modo lo si dovrà trovare perché tra tanta mediocrità, un giocatore davvero degno di vestire la maglia azzurra non può finire in panchina per una bega tattica. Perché dopo due anni ad altissimi livelli con la maglia del Paris ci possiamo sbilanciare: Marco Verratti è diventato un top-player assoluto.

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Rassegna stampa 3 aprile 2014: prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport

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