La Federazione mondiale dei lavoratori edili non usa mezzi termini: in Qatar quanto sta accadendo nei cantieri degli stadi che ospiteranno i Mondiali del 2022, è paragonabile ad un conflitto bellico. Il riferimento è chiaramente al numero degli operai vittime di incidenti e non solo, un esercito principalmente costituito da immigrati nepalesi che lavorano spesso in condizioni precarie e senza alcuna tutela della propria incolumità. “Su quanto sta avvenendo in Qatar nella costruzione degli stadi per i Mondiali di calcio del 2022 stiamo preparando un documento comune con la Fifa per migliorare una situazione che ha numeri da conflitto bellico – dichiara Pierre Cuppens, uno dei vice presidenti della federazione mondiale dei lavoratori edili e del legno (Bwi) – . Speriamo che non si tratti solo di promesse, perché centinaia di lavoratori, in gran parte immigrati nepalesi sono già morti sul lavoro nella realizzazione degli impianti”.

Cuppens, tra l’altro, è uno dei promotori della campagna “Red Card for Fifa”, che dice no alla Coppa del Mondo se questa deve essere preparata senza alcun diritto per i lavoratori. Secondo i calcoli della federazione dei lavoratori edili, i morti sono stati fin qui 400 e se si continuerà a lavorare con i ritmi attuali, nel 2022 gli operai deceduti saranno circa 4.000. Per assicurarsi che i lavori siano terminati in tempo per l’inizio della rassegna calcistica iridata, infatti, sarebbe stata messa su una vera e propria tratta di nepalesi. Ecco la pesante accusa di Pierre Cuppens:

Ogni settimana ci sono aerei che dal Qatar riportano in Nepal bare con operai morti e allo stesso tempo ripartono altri aerei carichi di operai che faranno la stessa fine. Vengono trattati come cani, con salario minimo, in condizioni disagiate e senza misure di sicurezza sul lavoro. E ci sono sempre più giovani operai morti per infarto, visto che lavorano per tantissime ore al sole, e a temperature altissime.

Una situazione che non fa davvero onore al comitato organizzativo, né tantomeno alla Fifa, accusata tempo fa di aver assegnato i Mondiali del 2022 al Qatar in seguito a spinte e bustarelle. Accuse ancora non provate in tribunale, ma che assieme alle disumane condizioni in cui versano gli operai nei cantieri degli stadi, sono sintomi di un quadro preoccupante. Se la Joseph Blatter non dovesse attivarsi immediatamente, la rassegna del Qatar rischia di passare alla storia come i “Mondiali di sangue”.

Le autorità del Qatar – aggiunge il dirigente del sindacato – hanno sempre detto che non c’entrano nulla e che la responsabilità è delle imprese, che a loro volta hanno riferito che è stata l’amministrazione centrale del Qatar a lasciar loro mano libera nell’organizzazione del lavoro. E la Fifa inizialmente ha detto che non aveva le competenze per potere controllare quello che avveniva in quei Paesi.

Informato personalmente di quanto sta accadendo, Blatter ha già incontrato una delegazione sindacale a Zurigo e un nuovo incontro è in programma la prossima settimana a Mosca.

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ultimo aggiornamento: 03-04-2014


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