Massimo Cellino finalmente ha ottenuto la sua Ferrari, come ha definito il Leeds che pure naviga nei bassifondi della classifica di seconda serie inglese, apprestandosi dunque a lasciare la Cinquecento, sempre secondo sue metafore il Cagliari, in mani altrui; fino a qualche tempo fa erano solo voci, che per altro indirizzavano verso esotici magnati arabi, ieri invece nel capoluogo sardo si è cominciato a far sul serio grazie alla sapiente intermediazione dell’imprenditore Luca Silvestrone. Il Cagliari potrebbe nel giro di qualche settimana cambiare proprietario dopo la più che ventennale presidenza del vulcanico magnate del grano; in Comune, infatti, alla presenza del sindaco cittadino Massimo Zedda e di buona parte della giunta, si è parlato del nuovo stadio, conditio sine qua non per attirare nuovi investitori: questi ci sarebbero, attratti dalla beltà dell’isola e dai conti sani della società, sono di nazionalità statunitense e nei prossimi giorni cominceranno a trattare con Cellino.

Già, perché la riunione di ieri è stata redditizia, come confermato dallo stesso primo cittadino cagliaritano:

“Il Comune ora analizzerà nel dettaglio il piano con l’esame da parte dei diversi assessorati. Ad esempio dovranno essere valutare le altezze, i parcheggi e tante altre questioni tecniche. Ci siamo dati appuntamento a giugno per iniziare un iter che possa portare entro il 2015 all’avvio dei lavori e entro il 2017 alla conclusione delle opere. Si potrebbe dare corso a un affidamento diretto. Abbiamo ricevuto altre proposte, ma questa sembra la più avanzata e la più innovativa. Con il cantiere aperto dove giocherà il Cagliari? Stiamo valutando diverse soluzioni, dalla ricerca di un’altra sede provvisoria alla possibilità di continuare a disputare le partite con i lavori in corso”.

Anche il succitato Silvestrone è ottimista:

“Presto incontreremo il presidente Massimo Cellino. Il mandato riguarda parallelamente società e struttura. D’altra parte, senza la risposta del Comune, non potevamo muoverci ulteriormente: dovevamo essere sicuri. Sulle cifre bisogna ancora accordarsi e fare ulteriori valutazioni. Il gruppo è interessato anche al centro sportivo di Assemini. Abbiamo studiato da tempo la situazione. E uno degli elementi che ha convinto gli investitori è legato al fatto che il bilancio del Cagliari calcio è sanissimo. Lo stadio? Stiamo parlando di 400-500 posti di lavoro, più l’indotto. Il management per la realizzazione dello stadio e la gestione del club sarà italiano”.

Dunque se tutto dovesse procedere senza intoppi di sorta, dal 2015 si comincerà a lavorare sul vecchio Sant’Elia (si salverebbero solo le fondamenta) per concludere i lavori nel 2017; circa 80 i milioni di euro investiti nella costruzione dell’impianto: come da prassi dicono sarà da vivere sette giorni su sette (negozi, alberghi, piscine), destinato ad altri eventi (rugby, spettacolo, etc.), spazi verdi e gradinate – tutte al coperto – capaci di contenere 30mila persone; uno stadio che utilizzerà il fotovoltaico e l’energia eolica per ricavare l’elettricità, riciclerà il cemento armato ottenuto dalle demolizioni, il tutto senza trascurare l’estetica (pare debba assomigliare all’Allianz Arena di Monaco di Baviera). “Sarà un impianto che può diventare un modello per tutta l’Europa” le solite parole molto in voga di questi tempi. L’ennesimo progetto destinato a rimanere tale o siamo vicini al terzo-quarto stadio di proprietà italiano dopo Juve, Udinese e speriamo Roma?


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ultimo aggiornamento: 10-04-2014


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