Il mondiale brasiliano si avvicina. Mancano poco meno di due mesi all’esordio della Nazionale Italiana che avverrà il 14 giugno a Manaus il 14 giugno a mezzanotte, ora italiana (ore 18 locali). Nel sorteggio del 6 dicembre l’Italia di Cesare Prandelli è stata inserita nel girone D, insieme a Uruguay, Costa Rica e Inghilterra. Un’urna non favorevolissima, ma poteva anche andare peggio. Pirlo & Co. affronteranno nel match inaugurale proprio gli inglesi a distanza di due anni dal match del 25 giugno in cui gli azzurri eliminarono la Nazionale di Hodgson ai calci di rigore, nei quarti di finale del campionato europeo. Fu una partita dominata in lungo e in largo dall’Italia, ma gli inglesi riuscirono a trascinarla fino alla lotteria dei calci di rigore.

L’Inghilterra si è qualificata per i Mondiali di Brasile 2014 vincendo il gruppo H delle qualificazioni. Intervistato da Sport Mediaset il tecnico inglese ha “avvisato” gli azzurri. L’Inghilterra non parte battuta, questa è la sintesi di Roy Hodgson che poi ha ammesso di temere moltissimo Andrea Pirlo, ma non Mario Balotelli:

“Dell’Italia temo molto di più Andrea Pirlo di Mario Balotelli. Negli ultimi dieci anni ha fatto giocare l’Italia. L’ho avuto sei mesi (all’Inter, ndr) e ha fatto una carriera incredibile. Noi rispettiamo tutti, ma se devo dire un giocatore dico Andrea Pirlo. Prandelli? L’Italia e’ molto molto forte, Prandelli ha svolto un ottimo lavoro nei quattro anni, mi sembra che la squadra sia cresciuta in questo periodo, ma siamo pronti per una gara difficile a Manaus. Se abbiamo già perso in partenza? Forse la gente in Italia pensa questo, ma la partita va giocata e dopo si vedrà. Io non penso mai ad una sconfitta prima di una gara, penso sempre di vincere”.

In merito all’ex allenatore dell’Inter, Pirlo racconta un aneddoto presente nella sua biografia dal titolo “Penso quindi gioco” recentemente tradotta in inglese. I tabloid d’Oltremanica, nei giorni scorsi, hanno estrapolato il passaggio in cui il centrocampista juventino descrive il suo travagliato periodo all’Inter:

“Ho giocato molto nella mia prima stagione all’Inter. Il pre-campionato andò molto bene e Simoni mi concesse molto tempo, sia da titolare che come prima riserva. Poi arrivò Lucescu che diede più spazio ai giocatori più esperti, in seguito Castellini, subentrato al rumeno, riteneva che io fossi ok, mentre Hodgson storpiava il mio nome: mi chiamava Pirla, forse leggendo meglio di altri allenatori la mia vera natura. In quell’anno cambiammo quattro allenatori. Mi svegliavo la mattina e non mi ricordavo chi fosse allenatore”.

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