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La Juventus supera un altro scoglio e si avvicina sempre di più al suo terzo scudetto consecutivo, al termine di una serata complicata, dalle condizioni climatiche ma anche dal valore di un avversario, il Sassuolo, che ha saputo giocare a viso aperto e con coraggio. Se qualcuno aveva dubbi sulla voglia di giocare della squadra di Di Francesco sicuramente si sarà ricreduto, i neroverdi hanno messo paura ai bianconeri che hanno dovuto faticare per trovare la giusta chiave di lettura della gara. Il gol di Zaza è stato una doccia fredda che a molti ha fatto tornare alla mente altre partite altrettanto bagnate e stregate. Serviva il colpo del campione per riportare la storia sul giusto binario e così è stato, Tevez mette dentro il suo centro numero 19 in campionato e regala ai suoi un intervallo più tranquillo, anche se con Conte sembra difficile crederci.

L’argentino sta vivendo forse la sua migliore stagione da quando è sbarcato in Europa, lo dicono i numeri, lo dice il peso che stanno avendo le sue giocate sui risultati di questa Juve. Paradossalmente però uno come lui con buona probabilità non parteciperà ai prossimi mondiali, Sabella non lo vede o qualcuno non lo vuole (c’è chi dice sia Messi), poco importa l’Apache “si accontenta” delle vittorie con la sua nuova maglia numero 10 e sceglie l’ironia quando gli si chiede dell’Albiceleste:

Scudetto archiviato? No, ma oggi bisognava vincere. Siamo vicinissimi. Ora sto bene e son contento. Avevo un problema al ginocchio, giocavo con dolore. Poi è subentrato un problema all’adduttore. Il gol in Europa mi è servito? Non cambia nulla. Conta vincere per la squadra. Non contava per me segnare giovedì, conta che la squadra giochi bene e vinca. Il titolo di capocannoniere? No. Preferisco vincere lo Scudetto, quello conta. Speranze per i mondiali? No, penso di no. Conosco la fama che avevo, ma io sono una persona molto diretta. Io credo che Sabella non abbia Sky e non vede come gioco…”

E per fortuna che non gli manca l’ironia, l’argentino dimostra di avere le spalle larghe, Sabella forse dovrebbe essere più furbo: se la sua Argentina fallisse in Brasile ci sarebbe una sollevazione popolare contro di lui. Tevez ha pareggiato i conti, ma a riportare la Signora davanti ci ha pensato Marchisio che è tornato a esibirsi nella specialità della casa: l’inserimento da dietro letale per i difensori. Il centrocampista cresciuto in casa si sta dimostrando fondamentale in questa seconda parte di stagione, quando l’indisponibilità di Vidal lo ha ha richiamato prepotentemente in causa. È contento Marchisio ma preferisce non sbilanciarsi, un mix di scaramanzia, intelligenza e voglia di concentrarsi sul prossimo impegno europeo:

Era fondamentale vincere,ci siamo riusciti in una serata sofferta nel primo tempo il Sassuolo ha giocato molto bene. Il nostro mister ci ha strigliato e ci siamo ripresi vincendo la gara. Scudetto non si pronuncia mai finché non arriva, mentre per l’Europa League domani ci concentreremo su questo obiettivo perché vogliamo continuare la nostra crescita anche fuori dai confini nazionali.

Sassuolo – Juventus 1-3 | La fotogallery

La rimonta è stata completata da Llorente, seconda bocca di fuoco di Conte, che stasera si è concesso un elegante colpo di tacco alla Bettega, alla faccia di chi diceva che sapeva far gol solo di testa. Come al solito lo spagnolo è sereno, è felice, e sì che anche lui sta lottando per riuscire una convocazione mondiale a Del Bosque:

Stasera per me è stata difficile. Non trovavo il momento per impattare sui palloni, ho sofferto. Ne sono arrivati pochi, ma capita. Devi lottare fino alla fine, e oggi l’abbiamo fatto. Poi è arrivato anche il gol. Mi è successo già all’Athletic Bilbao di segnare di tacco. È stato un bel movimento, continuiamo così. Ci vogliono più cross e arriveranno tanti gol. Se Del Bosque ha Sky? Speriamo… Sono tranquillo, lavoro per la squadra e sta andando molto bene. Contano gli obiettivi di squadra, poi vedremo.

Avercene giocatori così e potersi permettere il lusso di lasciarli fuori. Chi gode di più è Conte che stasera sul terzo gol si è concesso un festeggiamento da calciatore, segno che anche lui inizia a sentire davvero vicino il traguardo. Quando mancavano trenta secondi al fischio finale ha detto ai suoi che potevano finalmente fermarsi, che era finita, non succede spesso. Anche lui è apparso sereno ai microfoni anche se non ha perso l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa dopo le polemiche degli ultimi giorni:

Ci siamo avvicinati tantissimo allo Scudetto, ma ancora non abbiamo vinto. Chi insegue spera di poter approfittare di una nostra caduta per superarci in questo finale. Nell’intervallo noi tecnici riusciamo a dialogare con più calma coi giocatori e analizzare le cose. Oggi abbiamo fatto un grande secondo, dobbiamo recuperare in vista di giovedì quando dovremmo sfruttare lo Juventus Stadium. Sono a +8 a tre giornate dalla fine, ho la possibilità di essere in finale di Europa League e ho vinto la Supercoppa, sono tranquillo. Il nervosismo lo lascio ad altri, alcune parole non mi sono piaciute e secondo me abbiamo fatto un passo indietro perché si sono alimentati dei sospetti che non dovrebbero più esserci se vogliamo fare un salto di qualità verso l’Europa. Dispiace sentire certe cose.

Ora l’impegno si chiama Europa League, giovedì c’è il Benfica, c’è da ribaltare il risultato dell’andata. L’allenatore juventino chiede il sostegno dello Stadium per riuscire a centrare la finale di Torino:

La Juventus deve provare a vincere ogni competizione a cui partecipa: se vinceremo si parlerà di coppetta, se invece dovessimo uscire sarebbe un fallimento e si parlerebbe di Juve non adatta all’Europa. Tutti aspettano che noi cadiamo e non vedono l’ora di attaccare la società e l’allenatore sopratutto. Lo scorso anno siamo usciti contro il Bayern che poi ha vinto la Champions, mentre quest’anno siamo usciti non giocando una gara e anche per un po’ di sfortuna, ma siamo in semifinale d’Europa League e questo è un miglioramento. Giovedì voglio uno Juventus Stadium bollente, sono sicuro che giocheremo in dodici. Loro sono forti, ma sono fiducioso.

I festeggiamenti sul prato bagnato di Reggio Emilia sembravano quelli da Scudetto ma conoscendo Conte da domani saranno un ricordo sfocato e l’unico pensiero sarà la sfida di coppa. Per ripensare ai record e al percorso impressionante di questa stagione ci sarà tempo, da domani il salentino ricomincerà a strigliare i suoi anche se, a sentirli parlare, non sembra ce ne sia tanto bisogno.

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antonio conte Carlos Tevez interviste Juventus

ultimo aggiornamento: 28-04-2014


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