Superga, 65 anni dopo. Il Torino di Cairo sarà al Santuario per la Messa di celebrazione.

Sessantacinque anni fa, il 4 maggio del 1949, l’aereo che trasportava la squadra del Torino di allora (il cosiddetto Grande Torino), i dirigenti, alcuni giornalisti, si schiantò sulla collina della Basilica di Superga. Non ci fu nessun sopravvissuto.

Oggi, il Torino vittorioso a Chievo, che coltiva speranze europee (il destino del Toro nella corsa all’Europa League è interamente nelle proprie mani), commemora la squadra di allora, ricordando quel giorno, una ferita che i tifosi storici non hanno mai dimenticato, un dolore e un momento di riunificazione e riflessione che si tramanda di padre in figlio.

Dopo il rifiuto della Lega Calcio rispetto alla richiesta dei granata di spostare Torino-Chievo, per consentire alla squadra di partecipare alle celebrazioni, il patron del Toro aveva annunciato:

«Mi è venuta un’idea per riuscire a portare la squadra a Torino per la messa: un volo charter ad hoc da Verona alle sei del pomeriggio, per essere a Torino alle 19 e alla messa alle 20. Ci ho pensato tutta la notte, sposteremo l’orario della funzione, sarà alle otto di sera e non alle cinque del pomeriggio. Una messa un po’ particolare, in notturna: tanta gente e tanti tifosi verrebbero volentieri».

Detto, fatto.

AC Chievo Verona v Torino FC - Serie A

Sugli spalti a Verona, i tifosi granata hanno celebrato l’anniversario della tragedia che uccise il Grande Torino con uno striscione che raffigurva la squadra di allora.

Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Émile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadin, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti e Julius Schubert sono i giocatori che persero la vita quella sera.

Insieme a loro, i dirigenti Arnaldo Agnisetta, Ippolito Civalleri, Andrea Bonaiuti (organizzatore delle trasferte della squadra granata); gli allenatori Egri Erbstein, Leslie Lievesley e Osvaldo Cortina (massaggiatore); i giornalisti Renato Casalbore, Renato Tosatti e Luigi Cavallero; i membri dell’equipaggio
Pierluigi Meroni, Celeste D’Inca, Cesare Biancardi e Antonio Pangrazi.

La squadra aveva dominato la scena calcistica in Italia, vincendo per cinque volte consecutivamente il campionato di Serie A, nel 42′-’43 e poi fino al 48′-49′ (in mezzo ci fu la sospensione per la Seconda G uerra Mondiale.

Indro Montanelli scrisse, sul Corriere della Sera:

«Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto “in trasferta”».

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ultimo aggiornamento: 04-05-2014


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