Fino a tre settimane fa si prospettava il più classico valzer delle panchine dopo una stagione, quella di Serie A, contraddistinta da quindici avvicendamenti riguardanti dieci squadre; alla fine, complici rinnovi inattesi, tasselli magicamente piazzatisi al posto giusto e prese di coscienza molto più sagge che in passato, gli allenatori (e le loro famiglie) hanno potuto tirare un sospiro di sollievo ed è quasi un record che al 28 maggio sono appena due (su 18, al netto delle due che mancano ancora dalla Serie B) le squadre che non hanno un condottiero certo. In realtà mancano ancora due ufficialità ma pare si tratti di formalità: stiamo parlando dell’approdo di Pippo Inzaghi al Milan, su cui si è detto e scritto tanto, e di Luigi Delneri all’Udinese, che torna ad allenare dopo un anno e mezzo di inattività (ultima negativa esperienza al Genoa) in seguito all’addio di Francesco Guidolin, apparentemente futuro supervisore tecnico delle squadre di proprietà della famiglia Pozzo (Udinese, Granada e Watford).

L’accordo col tecnico di Aquileia è cosa fatta grazie all’intervento decisivo di Gino Pozzo che pare stimare molto l’ex trainer di Chievo, Sampdoria e Juve; battuta la concorrenza di Maran, Pioli e soprattutto Stramaccioni, che sembrava nelle ultime ore guadagnare posizioni rispetto al 64enne tecnico friulano. Nella notte la fumata bianca, anche se ancora come detto manca il famoso nero su bianco (si parla di contratto annuale con opzione di rinnovo). Dunque mancano ancora due pezzi del puzzle inerenti alle panchine del Cagliari, che dopo l’acquisizione americana vuole affidare la squadra a un tecnico giovane ed emergente (l’addio di Pulga è cosa certa), e della Lazio, che non ha ancora escluso di continuare con Edy Reja ma che di fatto scandaglia il mercato per trovargli un sostituto.

Le altre quattordici panchine sono blindate e sicure: i cambi in corso hanno fatto bene a Chievo, Sampdoria e Genoa che dunque proseguiranno con Corini, Mihajlovic e Gasperini, confermati anche i vari Colantuono, Mandorlini, Di Francesco e Ventura, così come hanno preferito dare continuità le prime sei della classe. Non ci sono dubbi, infine, sulla permanenza di Iachini in sella al Palermo neopromosso. Mai come quest’anno, dunque, la programmazione pare essere la parola d’ordine per impostare al meglio la stagione che verrà: ma occhio, il mercato ci ha insegnato che le sorprese dell’ultima ora (anche a ritiro cominciato!) sono dietro l’angolo, le frizioni inattese sono ormai una realtà con cui i tifosi convivono senza ansie. A parte il non preventivabile, in ogni modo, non sarà tempo di grandi terremoti.

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ultimo aggiornamento: 28-05-2014


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