I periodi che precedono l’inizio dei Mondiali sono sempre turbolenti per la nazionale italiana, in un paese famoso per essere composto da 60 milioni di commissari tecnici. Churchill parlando degli italiani disse “perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre”, facendo sfoggio della sua arguzia e della sua ironia tutta britannica. E pure in questa semplice battuta c’è un fondo di verità che, ammettiamolo, un po’ ci rende anche orgogliosi. Parliamo tantissimo prima dell’inizio del torneo ma poi in fondo quando scendono in campo gli Azzurri siamo tutti uniti nel sostenerli.

Le convocazioni di Cesare Prandelli hanno dato motivo di discussione in particolare ha spiazzato l’esclusione di Giuseppe Rossi, anche il giocatore non l’ha presa bene, ma poi il ct ha spiegato le sue motivazioni. Ulteriore malcontento è arrivato dopo le amichevoli di preparazione: i due pareggi contro Irlanda (che ha portato in dote anche l’infortunio a Montolivo) e, soprattutto, contro il Lussemburgo hanno sollevato molti interrogativi, messi a tacere solo in parte dalla vittoria contro il Fluminense. Anche contro il club brasiliano ci sono state luci (la tripletta di Immobile) e ombre (le tantissime amnesia difensive.

In queste ultime settimane Prandelli ha fatto molti esperimenti, di certezze ce ne sono ben poche, gli unici davvero sicuri di un posto sono Gianluigi Buffon e Andrea Pirlo insieme a Daniele De Rossi, gli ultimi due reduci di Germania 2006. Poi il ct sceglierà di volta in volta gli uomini più in forma in grado di offrirgli le soluzioni tattiche migliori anche in funzione dell’avversario. Manca ormai pochissimo all’esordio dell’Italia in questo mondiale, la prima gara si giocherà sabato prossimo a Manaus quando nel nostro paese sarà mezzanotte, un orario sicuramente insolito. Di fronte l’Inghilterra eliminata ai rigori due anni fa, Prandelli nei giorni scorsi ha assicurato che “non sarà un’avventura”. Noi invece speriamo di sì, bellissima come tante altre volte è successo in passato.

La storia dell’Italia ai Mondiali

La nazionale italiana è sicuramente una delle più blasonate al mondo, seconda soltanto al Brasile in quanto a trofei vinti. I successi azzurri cominciano ad arrivare ben presto, negli anni trenta del secolo scorso, in piena epoca fascista, l’Italia riesce a vincere due mondiali di fila, nel 1934 e quattro anni dopo, nel 1938. L’immediato dopo-guerra non è esaltante, caratterizzato da una serie d partecipazioni con eliminazione al primo turno e con il peggior risultato in assoluto nel 1958 quando gli Azzurri non arrivano nemmeno a giocarsi la fase finale dei Mondiali in Svezia. Nel 1970 la rinascita con il secondo posto e quella che diventerà la partita più bella di tutti i tempi: Italia – Germania 4-3. Si arriva così al 1982, esplode Paolo Rossi e gli Azzurri sono per la terza volta Campioni del Mondo, sotto gli occhi di un soddisfatto Sandro Pertini, Presidente della Repubblica.

Nel 1986 la spedizione è deludente e così si arriva a Italia 1990, Azeglio Vicini guida una squadra che ha l’ambizione di centrare il quarto successo, ma la corsa dell’Italia si ferma ai rigori in semifinale contro l’Argentina, ci consolerà il terzo posto conquistato contro l’Inghilterra nella finalina. Quattro anni dopo raggiungiamo, trascinati da Roberto Baggio, un’insperata finale ma c’è la sconfitta ai rigori contro il Brasile. Intanto iniziano a maturare una serie di talenti straordinari che maturano definitivamente nel 2006 quando finalmente gli Azzurri vincono il il quarto mondiale in Germania, al termine di una cavalcata entusiasmante, terminata con la finale di Berlino vinta contro la Francia ai rigori.

Le qualificazioni a Brasile 2014

Inserita nel Gruppo B, l’Italia ha avuto un cammino sicuramente tranquillo per raggiungere la qualificazione. Dopo il deludente pareggio all’esordio in trasferta contro la Bulgaria, gli Azzurri mettono in fila quattro vittorie consecutive, portandosi agevolmente in testa al girone. A Praga contro la Repubblica Ceca arriva il secondo pareggio, uno 0-0. I due pareggi vengono vendicati e trasformati in altrettante vittoria in Italia, grazie a questi sei punti il primo posto diventa matematico con due giornate di anticipo. Nelle ultime due gare a risultato acquisito arrivano due deludenti pareggi contro Danimarca e Armenia, sembrano innocui ma costeranno all’Italia l’ingresso nel gruppetto delle teste di serie.

L’allenatore: Cesare Prandelli

Prima di arrivare a sedere sulla panchina della Nazionale, Prandelli ha fatto moltissima gavetta, ottenendo negli anni la stima e il rispetto da parte dei tifosi e degli appassionati di calcio. La sua carriera inizia nelle giovanili dell’Atalanta con le quali vince moltissimo, su tutti i trofei conquistati spiccano lo Scudetto e il Viareggio raggiunti con la squadra primavera. La prima panchina da professionista è a Lecce, i salentini nel 1997/1998 militavano in Serie A, ma le cose non vanno benissimo e così a metà stagione si dimette, la squadra retrocederà a fine stagione. Riparte dalla B, dall’Hellas Verona e conquista la promozione, lo stesso risultato che centrerà anche successivamente a Venezia. Arriva la chiamata del Parma e anche qui l’esperienza è più che positiva, dopo due stagioni in Emilia c’è la chiamata di una big, Prandelli diventa allenatore della Roma, ma la sua esperienza in giallorosso non inizierà mai: rassegna le dimissioni poco dopo a causa dei problemi di salute della moglie.

Dopo un anno di paura torna a sedere in panchina, lo sceglie la Fiorentina ed è con i viola che raccoglie le soddisfazioni maggiori. Con lui i toscani tornano in Champions League, centrano una semifinale di Europa League e tanti ottimi piazzamenti in campionato. Dopo i deludenti mondiali dell’Italia nel 2010 la Federazione pensa a lui per rifondare una squadra ridotta a pezzi dall’esperienza sudafricana. Sotto la sua guida gli Azzurri arrivano agevolmente a partecipare agli Europei del 2012 dove arrivano a giocarsi la finalissima con la Spagna, persa poi 4-0. Anche la qualificazione mondiale è stata più che agevole, ora dagli Azzurri e da Prandelli ci si aspetta un ulteriore salto di qualità, dopo la soddisfacente Confederations Cup di dodici mesi fa.

La rosa dei 23

Italy Team Photo And Portraits

Portieri: Buffon (Juventus), Perin (Genoa), Sirigu (Paris St. Germain).

Difensori: Abate (Milan), Barzagli (Juventus), Bonucci (Juventus), Chiellini (Juventus), Darmian (Torino), De Sciglio (Milan), Paletta (Parma).

Centrocampisti: Aquilani (Fiorentina), Candreva (Lazio), De Rossi (Roma), Marchisio (Juventus), Thiago Motta (Paris St. Germain), Parolo (Parma), Pirlo (Juventus), Verratti (Paris St. Germain).

Attaccanti: Balotelli (Milan), Cassano (Parma), Cerci (Torino), Immobile (Torino), Insigne (Napoli).

Il Gruppo D e il calendario dell’Italia

Del girone capitato agli Azzurri se n’è parlato a sufficienza, la squadra di Prandelli resta comunque la squadra con maggiori possibilità di passaggio del turno. Il calendario ha messo sulla strada della nostra nazionale l’Inghilterra alla partita d’esordio e non è un fattore negativo, una vittoria, oltre a dare fiducia alla squadra, ci metterebbe in una posizione invidiabile in classifica. Sei giorni dopo infatti c’è la Costa Rica, mentre inglesi e uruguayani si scontrano tra loro, un altro successo ci farebbe scendere in campo negli ultimi novanta minuti con il passaggio del turno già acquisito, con il risultato utile solo a determinare la posizione finale (elemento da non trascurare in ogni caso).

14 giugno 2014, ore 18:00 (ore 24:00) – Manaus, Arena Amazonia
Inghilterra – Italia

20 giugno 2014, ore 13:00 (ore 18:00) – Recife, Itaipava Arena Pernambuco
Italia – Costa Rica

24 giugno 2014, ore 13:00 (ore 18:00) – Natal, Arena das Dunas
Italia – Uruguay

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