Che nel destino di Juan Iturbe dovesse esserci il Verona, forse lo poteva intuire fin da giovanissimo quando giocava ancora in Paraguay, la patria dei suoi genitori: un furetto, questo era il nativo di Buenos Aires, fu Pedro Troglio che all’epoca allenava il Cerro Porteno a intravedere in lui le qualità per farlo esordire in prima squadra alla tenera età di 16 anni. Troglio non è un nome nuovo dalle parti di Verona, Roma (sponda laziale) e Ascoli: centrocampista di sostanza e buon piede, rimase in Italia dal 1988 (anno dell’approdo nell’Hellas) al 1994, quando salutò le Marche per rimpinguare il conto in banca in Giappone. Dunque la squadra scaligera lega in qualche modo i due personaggi: già perché poi Iturbe provò l’avventura, senza giocare neanche un minuto, al Quilmes, cinque partite acerbe al Porto (che nel 2011 lo aveva acquistato dopo un grande Sub-20 per 4 milioni di euro), quindi l’esperienza al River Plate in prestito. A questo punto della storia si inserisce Sean Sogliano che fiuta l’affare, il ds veronese ha l’avallo del patron Setti, ed eccolo sbarcare in Italia nella città di Giulietta e Romeo: esordio contro la Juve a settembre, primo gol contro il Livorno, alla fine segnerà 8 volte in 33 apparizioni. Il Verona lo riscatta dai lusitani per 15 milioni di euro, un affare per i Dragoni ma forse ancor di più per i gialloblu: Juan Iturbe è ambito da diversi club italiani e non, nelle ultime ore la Juventus è balzata prepotentemente in pole-position per acquisirne il cartellino.

Nato il 4 giugno del 1993, nazionale argentino (ha sangue paraguaiano ma come detto è nato a Buenos Aires), Iturbe è un giocatore moderno che potenzialmente potrà diventare il più classico dei top-player: salta l’uomo nell’uno contro uno, ha corsa e gamba, un tiro micidiale e ottima tecnica nell’esecuzione dei calci da fermo. E’ un brevilineo. E il Verona ha fissato il prezzo di base per cominciare l’asta: non meno di 25 milioni di euro, plus-valenza facile facile di almeno 10 milioni per investire sul futuro; la cifra è forse troppo importante, per questo alcune delle sue pretendenti (Real Madrid, Roma, Napoli, Milan e come ovvio i bianconeri) stanno mettendo sul piatto cash più contropartite tecniche: la Vecchia Signora, in questo senso, ha da giocarsi le carte più succulente. All’inizio ha tentato un timido sondaggio con Peluso, quindi ha usato un carico più pesante facendo a Setti e Sogliano il nome di Fabio Quagliarella: a questo punto si poteva cominciare a ragionare. Ma forse ancora non basta, ecco dunque che spunta il profilo di Jefferson Montero. Chi? E’ presto detto: si tratta di un ecuadoregno di 25 anni, un esterno sinistro molto veloce che ben si sta disimpegnando in Brasile con la sua Nazionale; un passato recente in Spagna (Villarreal, Levante e Betis), attualmente gioca in Messico nel Morela. La Juve lo ha bloccato da mesi, a 4 milioni può chiudere, quindi lo girerebbe al Verona che accetterebbe molto volentieri. Montero e Quagliarella per Romulo e Iturbe più un po’ di soldi: si può fare.

Trattative, trattative e ancora trattative, ma il diretto interessato, in fin dei conti, dove vuole giocare la prossima stagione? Iturbe non si scopre, ha la bocca cucita e studia la situazione col suo entourage, ma qualche indizio lo fornisce il suo compagno in gialloblu Luca Toni che intervistato da Tuttosport rivela:

“Non sono sorpreso che tutti vogliono Iturbe, anzi: è giovane, ma quando uno ha qualità l’età conta relativamente. Sono convinto che migliorerebbe giocando in mezzo a tanti campioni. Non so se serva più al Milan o alla Juve, ma farà la fortuna di chi lo comprerà. Abbiamo un ottimo rapporto e lui mi ascolta sempre volentieri. Gli ho detto che ora dipende tutto da lui se vuole sfondare. Mi sembra che abbia recepito il messaggio: mi ha domandato com’è la Juve, l’ambiente, Conte… A lui ho detto che il Verona è un club super organizzato, però la Juventus è di un altro pianeta. Cosa gli ho detto di Conte? Che si corre tanto, però poi alla domenica si va avanti il doppio degli avversari. Nei cinque mesi con Conte io non ho mai giocato, ma come allenatore lo stimo parecchio. Ho visto pochi tecnici lavorare come lui in campo, è uno bravo, che ti insegna”.

La Juve è ancora ferma a quota zero acquisti e Antonio Conte, in questi giorni in vacanza sull’Isola d’Elba con moglie e figlia al seguito, dopo un mese di “spina staccata” ha voglia di focalizzare l’attenzione sul materiale umano che avrà a disposizione fra qualche settimana: il tempo degli indugi è finito, Marotta e Paratici lo sanno bene. E in agenda, oltre a quello di Iturbe, spuntano sottolineature rosse sotto i nomi di Nani e Morata.

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