L’eliminazione prematura dell’Italia dai Mondiali di Brasile 2014 ha aperto chiaramente il dibattito sulla possibile rinascita del calcio nostrano. Mentre i senatori accusano i giovani di scarso impegno e dedizione alla causa, c’è un dato che fa molto riflettere, ossia quello relativo ai giocatori promossi dalla nazionale Under 21 a quella maggiore. L’Italia, come la Spagna (anch’essa tornata a casa anzitempo), aveva in Brasile solo 4 calciatori provenienti dai due precedenti cicli dell’Under 21. Un fattore che dà maggiormente nell’occhio nel caso delle Furie Rosse, che oltre ad essere campioni del Mondo e d’Europa in carica, hanno anche vinto gli ultimi due europei Under 21.

Quella italiana non è una nazionale per giovani, potremmo dire molto banalmente, ma il discorso è molto più complicato. Nel senso che bisogna capire che fine facciano i gruppi che si mettono in evidenza con l’Under 21, quando poi arrivano intorno ai 24-25 anni, l’età nella quale si dovrebbe raggiungere la maturità tecnica, oltre che fisica. I precedenti decenni del calcio italiano sono pieni di questi esempi: ci sono calciatori come l’ex attaccante Renato Buso o il centrocampista Pierluigi Orlandini, che hanno fatto letteralmente faville con l’Under, ma che la nazionale maggiore non l’hanno nemmeno vista con il binocolo. Per altri, invece, l’Under 21 è stato il trampolino ideale per la gloria con l’Italia ‘dei grandi’, vedi Demetrio Albertini, Fabio Cannavaro o Andrea Pirlo.

La costante è che una grande Under 21 non ha come diretta conseguenza una grande nazionale maggiore nel giro di un paio d’anni. Inoltre, il nocciolo delle formazioni Under 21 italiane degli ultimi anni, è stato composto prevalentemente da giocatori militanti in Serie B e da giocatori che in A il campo lo hanno visto principalmente col binocolo. I nostri giovani fanno spesso la panchina a stranieri dai nomi altisonanti di cui i presidenti nostrani imbottiscono le rose. In Brasile, non può essere un caso, Prandelli ha portato con sé solo quattro ex Under dei precedenti due bienni: Perin, Immobile, Insigne e Verratti. In molto lo hanno criticato, anche perché l’ultimo campionato aveva messo in mostra altri giocatori che hanno calcato con successo i campi delle selezioni azzurre giovanili: Florenzi e Destro su tutti, ma anche Gabbiadini e Baselli. Altrove i talenti sono lanciati in prima squadra e vedono la nazionale maggiore molto prima che in Italia, dove si tende a considerare un giocatore non ancora pronto a volte anche a 24-25 anni. Forse dobbiamo avere il coraggio di osare di più? Che ne direste se nelle prime convocazioni del prossimo CT in vista delle gare in programma a settembre trovassero posto, oltre ai già citati, anche i talenti Berardi e Bernardeschi?

Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG


Panchine di Serie B, altri due tasselli del puzzle: Baroni al Pescara e Beretta al Latina

Mondiali 2014, Cristiano Ronaldo abbraccia i bambini prima di Portogallo – Ghana (Video)