Quasi metà Serie A manda un segnale inequivocabile al palazzo del calcio: “non voteremo né Albertini né Tavecchio”. È la presa di posizione di 9 club capitanati da Juventus, Roma e Fiorentina e di cui fanno parte anche Torino, Sampdoria, Empoli, Cagliari, Sassuolo e Cesena. Con una nota congiunta, le 9 squadre chiedono ad entrambi i candidati, Carlo Tavecchio e Demetrio albertini, di fare un passo indietro per il bene del calcio italiano. Nel mirino della “fronda”, dunque, non c’è solo il numero uno della Lega Nazionale Dilettanti, protagonista di qualche uscita a dir poco imbarazzante negli ultimi tempi, ma anche l’alternativa giovane.

“Non appoggiamo e non votiamo nessuno dei due candidati alla presidenza Figc – si legge nel comunicato congiunto dei 9 club – perché per riformare il calcio italiano serve un largo consenso che ora non c’è. Tavecchio e Albertini ne prendano atto e si ritirino”.

Dopo le dichiarazioni di qualche giorno fa di Gianni Malagò, numero uno del Coni, sembra sempre più probabile la soluzione del commissariamento. Malagò si è detto praticamente certo che nessuno dei due candidati sarà eletto, nonostante l’ampio consenso di cui ancora goda Tavecchio nelle serie minori, quelle più influenti ai fini della votazione. Nei giorni scorsi si è parlato del figlio del Presidente della Repubblica, Giulio Napolitano, ma al momento, con il caos che impera, pare davvero difficile azzardare qualunque ipotesi.

“In relazione alla elezione del presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio in programma per il prossimo 11 agosto – continua la nota dei club dissidenti – le società comunicano la loro posizione ufficiale di non appoggiare, e di conseguenza non votare, nessuna delle due attuali candidature avanzate per tale carica, ovvero Carlo Tavecchio e Demetrio Albertini. Le società auspicano che la consapevolezza della mancanza dell’appoggio di larga parte della Lega Serie A possa indurre Tavecchio ed Albertini a prendere atto della situazione frammentaria e a ritirare la loro candidatura perché si possa aprire rapidamente un periodo di profonde riforme del calcio italiano, che dovrà ritrovare unità e compattezza nel segno del rinnovamento”.

Parole che non sembrano toccare minimamente Carlo Tavecchio: il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, ex sindaco e dirigente della DC coinvolto più volte in guai giudiziari, non ha alcuna intenzione di ritirarsi e replica al comunicato attraverso una breve dichiarazione inviata all’agenzia Ansa.

“Non cambia la sostanza del mio impegno, la stragrande maggioranza delle società sostiene la mia candidatura di servizio e il mio programma di rinnovamento del calcio italiano”.

Dopo la storia di Opti-Pobà il mangia-banane e le donne non più handicappate, il calcio italiano continua a coprirsi di ridicolo agli occhi del Mondo non riuscendo a proporre una risposta seria alla crisi programmatica e di valori.

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Rassegna stampa 8 agosto 2014: prime pagine di Gazzetta, Corriere e Tuttosport