Adriano Galliani ci ha pensato a lungo, poi ha accettato sapendo di essere alle prese con una vera e propria scommessa: cedere Bryan Cristante, giovane virgulto del vivaio del Milan, per 6 milioni di euro al Benfica potrebbe alla lunga essere un affare – così tanti soldi per un ’95 che ha giocato appena 3 partite in Serie A non sono poi così usuali – ma anche rivelarsi un boomerang di rimpianti se il centrocampista friulano dovesse esplodere in Portogallo. Coi soldi incassati dalla sua cessione, l’ad rossonero si è tuffato su Bonaventura, ma allo scoccare delle 23 di lunedì scorso i tifosi del Diavolo hanno dimostrato di non aver apprezzato la mossa: lasciar partire, a titolo definitivo, un futuro perno della mediana milanista per poi puntare, nella stessa zona del campo, sugli “anziani” De Jong, Muntari ed Essien. C’è una logica a lungo termine?

Subito Galliani si era affrettato a spiegare senza giri di parole:

“Sull’operazione Cristante, logico che siamo dispiaciuti ma la sua volontà ha avuto un peso, il ragazzo voleva giocare e ha inseguito il sogno di ogni giovane professionista, non posso che augurargli il meglio”.

In realtà anche il giovane Bryan ci ha pensato su molto e A Bola, noto quotidiano sportivo lusitano, ha rivelato che a convincere il ragazzo sia intervenuto l’ex milanista Rui Costa in persona; tant’è, alla fine è sbarcato nella capitale portoghese per la felicità dell’allenatore del Benfica Jorge Jesus:

“Cristante è un giovane di grande valore e spero che abbia fortuna. I tifosi del Milan si sono scagliati contro la cessione perché conoscono bene il calciatore, sicuramente molto meglio di me. Ora dovrà giocarsi una maglia da titolare con Samaris, ma sono certo che farà molto bene. Tra due anni varrà 25 milioni? Questo non lo so, per ora io penso solo a farlo crescere sul campo e credo propri che diventerà un grande”.

Infine sono arrivate le parole del diretto interessato, che ormai si è calato a pieno nella nuova vita:

“Mi hanno voluto e l’ho ritenuta una ottima soluzione: è una squadra con molta storia, disputa la Champions League e in Portogallo è sempre tra le prime tre. Il numero 24? Era quello che avevo al Milan, era libero e ho continuato con quello. Ho vestito maglie pesanti? Sicuramente bisogna essere consapevoli che ci si trova in squadre abituate a vincere, con coppe e campionati, ma non dare a questo aspetto un peso eccessivo, rimanendo tranquilli e liberi di giocare”.

Il suo unico gol da professionista rimane quello rifilato all’Atalanta il 6 gennaio scorso, ma Cristante è un nome noto agli addetti ai lavori per le sue splendide annate nel settore giovanile milanista, oltre che per le sue brillanti apparizioni nelle selezioni italiani (dall’Under 16 all’Under 19 ha giocato in tutte). Come lui stesso si è definito “mi trovo bene sia come mediano davanti alla difesa che come mezzala, per me non c’è una gran differenza” a dimostrare anche una certa duttilità. Chi avrà fatto l’affare?

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ultimo aggiornamento: 09-09-2014


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