Le prime settimane in terra tedesca non sono state semplici per Ciro Immobile. Arrivare in una squadra come il Borussia Dortmund, che per averti ha speso quasi 20 milioni di euro, e sapere che il vuoto da riempire è quello lasciato da un certo Lewandowski non sarebbe semplice per nessuno e, come prevedibile, non lo è stato nemmeno per l’attaccante della nazionale ex Torino. Le prime apparizioni in Bundesliga non sono certo state entusiasmanti. Novanta minuti in Supercoppa e le prime due partite da titolare in campionato senza riuscire a segnare nemmeno un gol, numeri non entusiasmanti per uno che di lavoro fa l’attaccante. Il terzo impegno stagionale Immobile lo ha vissuto dalla panchina, aspettando il suo momento e magari interrogandosi se la scelta di emigrare fosse poi quella migliore.

Il ragazzo però ha saputo aspettare, continuando a lavorare, nel mezzo la convocazione in azzurro di Antonio Conte e le due buone prestazioni al fianco di Simone Zaza. Si arriva così all’esordio in Champions League, Klopp non vorrebbe schierarlo dal primo minuto preferendogli ancora Ramos, il suo assistente però lo convince a puntare sull’italiano e la scelta si rivelerà azzeccatissima. La partita con l’Arsenal non si sblocca, al 45′ ecco il guizzo che cambia un match e forse una stagione: Ciro Immobile prende palla a centrocampo, parte in velocità, i difensori inglesi lo inseguono ma non riescono a fermarlo, entra in area e lascia partire un diagonale preciso e micidiale che non lascia scampo al portiere.

È questo il racconto del primo gol di Immobile con la maglia del Borussia Dortmund, una segnatura importantissima nell’economia dell’incontro che i tedeschi vinceranno per 2-0. Ciro la celebra postando un messaggio su Twitter, il primo goal non si scorda mai, soprattutto se arriva nella competizione più affascinante del mondo, lui che l’aveva appena assaggiata nel lontano 2009 contro il Bordeaux, quando era ancora un ragazzino delle giovanili Juve.

Da allora il ragazzo campano ne ha fatta di strada e ora si gode il momento magico. In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport in edicola oggi ripercorre a memoria gli ultimi giorni, dalla convocazione in nazionale alla serata di coppa che potrebbe fargli mettere alle spalle i problemi di ambientamento che lo hanno bloccato fino ad ora:

Sono uno straniero, sì, e devo ambientarmi. Per fortuna il mister e i compagni mi stanno aiutando, ma lo sapevo che non sarebbe stato facile: la lingua diversa, la nuova squadra. Ho sofferto, ma non era un fallimento. Il gol è stato una liberazione. Lo volevo a tutti i costi. Così come volevo questa maglia e questo stadio: Klopp mi ha scelto e devo ripagarlo. Il gol? Sono partito velocissimo, un difensore non ha accorciato e sono andato. Anche se qualcuno credeva che avrei sbagliato

Immobile ammette che i giorni a Coverciano gli hanno fatto fare il pieno di fiducia, gli stimoli che offre la maglia azzurra non hanno eguali. Ad aiutarlo c’è anche una certa similitudine tra il ct Conte e il suo nuovo allenatore Klopp:

Le ripartenze sono la mia specialità, però sto imparando ad adattarmi a ogni tipo di gioco. Klopp e Conte sono simili: a entrambi piace il calcio moderno, veloce, offensivo, pressing, possesso. L’Italia mi ha dato una carica speciale. Giochi meglio perché vuoi riconquistare la convocazione.

Ma il ricordo più bello della serata di Champions è la standing ovation che i suoi nuovi tifosi gli hanno riservato quando all’86’ ha lasciato il campo per far posto a Ramos: “Incredibile, cose così in Italia non le ho ricevute mai”. Ora il pensiero va alla prossima sfida di campionato, sabato i gialli di Dortmund vanno a Magonza per affrontare il Mainz, probabilmente Klopp non avrà nessun dubbio su chi schierare al centro dell’attacco, Immobile è di nuovo in cima alle preferenze dell’allenatore tedesco e ora che ha ricominciato a segnare ci ha preso gusto e non vuole più fermarsi.

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ultimo aggiornamento: 18-09-2014


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