Non c'è stata partita, semmai qualcuno ne dubitasse alla vigilia: il diktat di Luis Enrique era chiaro, conquistare i tre punti per tenere viva la speranza di arrivare primi nel girone (il Psg, vittorioso sull'Ajax, dista una sola lunghezza e all'ultima giornata i francesi si recheranno proprio al Camp Nou), così il Barça ha premuto sin dall'avvio sull'acceleratore facendo capire poco o nulla ai padroni di casa di giallo vestiti. E, festa nella festa, ad aprire le segnature ci ha pensato Luis Suarez (un gol splendido per altro, da autentico fuoriclasse), al suo primo centro con la maglia blaugrana. Poi come detto ci ha pensato Messi a prendersi tutti gli applausi.

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Prima del riposo il quattro volte Pallone d'Oro ha deviato in rete un tiro da fuori di Rafinha (bravo quest'ultimo ma ingenuo, espulso per doppia ammonizione da un ottimo Rocchi), quindi nella ripresa ha battuto nuovamente il povero Pardo con un tiro preciso su imbeccata al bacio di Dani Alves. Tutto qui? Neanche per sogno, perché c'è il tempo per il poker al termine di un'azione corale con Pedro, sempre puntuale, bravo a mettere sui piedi del compagno una palla solo da spingere in rete. La partita si trascina fino al fischio finale in dieci contro dieci, passeggiata di salute doveva essere e così è stato. Ma fra quindici giorni sarà tutta un'altra storia contro Ibra e Cavani.

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Moviola in campo: i dubbi dell’International Board

Rassegna stampa 26 novembre 2014: prime pagine Gazzetta, Corriere e Tuttosport