Mirco Antenucci l’estate scorsa ha firmato un biennale per il Leeds, fortemente voluto dal direttore sportivo Nicola Salerno andando a rimpolpare la nutrita colonia italiana (e stranieri che hanno militato in Serie A): alla fine il presidente della Ternana Francesco Zadotti ha accettato l’offerto del club di Massimo Cellino, che si è spinto fino alle soglie del milione di euro per assicurarsi le prestazioni del 30enne molisano. Ad Elland Road è stato accolto con relativa freddezza, un solo gol in Serie A nel 2010 quando giocava a Catania, una carriera da girovago per la penisola italiana, ma comunque forte di 66 centri in serie cadetta.

Come sta andando l’avventura in Championship per Antenucci? Bene è dir poco, l’ex centravanti ternano ha trovato la maglia da titolare, un tifo caloroso e soprattutto il gol, gli ultimi due siglati sabato scorso tra le mura amiche contro la capolista Derby County: a Leeds si son dovuti ricredere sul suo conto diventando subito l’idolo dei tifosi, numero 14 sulle spalle e barba d’ordinanza, ha fin’ora timbrato il cartellino 7 volte. La soddisfazione per la scelta fatta ad agosto è palese:

“Sul piano personale finora sta andando tutto bene. Il fatto di essere molti italiani in squadra ha aiutato me e anche gli altri ragazzi arrivati con la nuova gestione. Sono felice, non pensavo di trovarmi subito così bene. Sul piano della squadra dovevamo fare qualche risultato in più. La vittoria sul Derby? Avevamo bisogno di fare punti in classifica e di fronte a 27mila persona è stato ancora più bello. Per quanto ci riguarda è stata la miglior partita finora. Obiettivi di squadra? Inizialmente non conoscevo la Championship ma adesso mi sono convinto che la nostra è una buona squadra. Difficile, però, capire dove potremo arrivare, perché chi conosce questa realtà mi dice sempre che tutto cambia di mese in mese. Ad oggi è davvero complicato capire dove arriveremo”.

Sentito da tuttomercatoweb, il puntero italiano spiega le differenze tra la seconda serie italiana e quella inglese:

“Principalmente gli stadi, le strutture e tutto quello che gira attorno al calcio giocato. Sotto l’aspetto tecnico rispetto alla nostra Serie B c’è più contatto fisico e meno tattica. Meno velocità e più gioco. Questo campionato è superiore alla serie B italiana. Come squadra abbiamo avuto qualche problema e cambiato mister due volte. Quando hai dieci-quindici giocatori nuovi e di un’altra nazione non è mai facile provare a vincere. Perché il livello qui è alto”.

I problemi di Cellino con la Football Assiociation non turbano la squadra che riceve regolarmente gli stipendi e ha tutte le carte in regola per concentrarsi solo sul lavoro quotidiano, piuttosto Antenucci si “lamenta” del fatto che in squadra, soprattutto fuori dal campo, si parla più italiano che inglese per la presenza in rosa del portiere Silvesti, Del Fabro, Bianchi e Bellusci, ma anche Doukara e Adryan, rispettivamente ex Catania e Cagliari, parlano italiano. Scherzi a parte, l’attaccante di Termoli ribadisce una volta di più la sua felicità per questa esperienza:

“Mi voleva il Bologna. Ma se avessi dovuto fare una scelta, in Italia sarei rimasto a Terni. Sono contento della scelta che ho fatto. Avevo sempre desiderato un’esperienza all’estero. Lasciare l’Italia non è stato facile per tanti motivi, ma oggi sono contento della scelta. Mi sono ambientato”.

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ultimo aggiornamento: 02-12-2014


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