Prendendo Mancini i dirigenti ed i tifosi dell’Inter erano convinti di fare un grande salto di qualità. D’altra parte tornava il tecnico che riportò i nerazzurri alla vittoria dopo una lunghissima attesa, anche se all’epoca poteva contare sulla squadra nettamente più forte del campionato, vincendo il primo Scudetto sul campo senza la Juve in Serie A e con le altre penalizzate. Ad ogni modo Mancini è indubbiamente un vincente; l’ha dimostrato anche in Inghilterra conquistando la Premier League sulla panchina del City, un’altra società a secco di vittorie da tantissimi anni.

Questo ritorno all’Inter sembrava quello di un salvatore della patria. Per sostituire Mazzarri poi, l’allenatore più detestato di sempre dalla tifoseria, sul quale erano stati scaricati tutti gli insuccessi dell’ultimo anno e mezzo. Il suo esonero è stato vissuto come una vera liberazione da tutti i sostenitori nerazzurri, che si sfregavano le mani pensando al ritorno sulla loro panchina di Mancini, al quale erano legati ricordi felici. Le grandi aspettative però si stanno ridimensionando giornata dopo giornata.

Mazzarri ha allenato l’Inter fino al 14 novembre scorso, quando venne sollevato dall’incarico. Decisivo per l’esonero fu un pareggio interno contro l’Hellas Verona, che agguantò il 2-2 con un gol dell’uruguayano Nico Lopez segnato ad un minuto dal novantesimo. Il pubblico reagì con rabbia in quell’occasione e la dirigenza decise di accontentarlo esonerando l’allenatore.

Mancini si è presentato ai suoi vecchi tifosi dicendo di essere tornato “per vincere e non per partecipare” ed ha avuto un ruolo importante anche in questo mercato di gennaio, non solo convincendo la società ad investire parecchi soldi che sembravano non esserci per Mazzarri – nonostante gli avessero rinnovato il contratto in estate concedendogli un aumento – ma anche convincendo ottimi giocatori come Shaqiri a sposare il progetto interista.

Il problema però resta il campo, perché numeri alla mano l’Inter di Mazzarri aveva un rendimento migliore. Anche sotto il profilo del gioco è cambiato poco o nulla: prestazioni scialbe e difesa traballante sono ancora temi all’ordine del giorno a San Siro. Il vecchio allenatore in 11 partite riuscì a conquistare 16 punti (1,45 a partita) con i quali erano nono in campionato, a 5 punti dall’agognato terzo posto.

Il nuovo allenatore, invece, siede in panchina da 9 partite, nelle quali ha conquistato 10 punti (1,11 a partita) ed attualmente occupa ancora il nono posto ma ad otto punti di distanza dalla zona Champions, che potrebbero diventare addirittura 10 in caso di successo del Napoli sul Genoa nel posticipo di domani. L’Inter di Mancini, se non bastasse, ha anche segnato meno gol, incassandone di più.

Ovviamente non si può ignorare il fatto che Mancini sia subentrato a campionato iniziato, ma questo conta relativamente visto che il cambio è stato deciso perché tutti – almeno tra gli interisti – erano convinti che Mazzarri non stesse ottenendo i risultati minimi con la rosa che aveva a disposizione.

A qualcuno in società starà venendo il dubbio che forse non era proprio tutta tutta colpa di Mazzarri?

Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG

Inter Roberto Mancini serie-a-20142015 Walter Mazzarri

ultimo aggiornamento: 25-01-2015


Inter-Torino 0-1: gestaccio di Maxi Lopez a San Siro [Video]

Caos Parma: duro confronto con i tifosi. Crespo per Donadoni?