Nel calcio ha poco senso pensare agli anni come lo fanno i comuni mortali, 365 giorni che vanno da gennaio e dicembre; per calciatori e tifosi il tempo è scandito dalle stagioni, quelle che cominciano a fine agosto e terminano a maggio, mentre la pausa natalizia (Inghilterra esclusa) è buona solo per ricaricare le batterie e, per gli allenatori fortunati, mangiare il famigerato panettone. Ma a volte succede che il turning-point di un’intera annata sia rappresentato proprio dal nuovo anno solare, così che squadre che avevano brindato al 2015 con più preoccupazioni che ottimismo, si ritrovino a veleggiare spediti dopo i patemi autunnali, passando dallo spettro di una retrocessione a rinnovate velleità europee. O quanto meno di una salvezza tranquilla.

Non succede spesso, eppure spulciando tra le classifiche dei cinque maggiori campionati europei salta all’occhio il magic-moment di tre squadre che nei rispettivi paesi d’appartenenza stanno strappando applausi e nient’altro che applausi. Come il Torino, esempio fulgido di come basta aggiustare qualche dettaglio per cambiare decisamente marcia: il 30 novembre perdeva all’ultimo secondo un derby contro la Juve che forse meritava addirittura di vincere, da allora la banda di Ventura non ha più perso; anzi, ha fatto di più con cinque vittorie e quattro pari si è issato dai bassifondi fino al settimo posto in classifica, con una striscia attiva di 4 successi consecutivi, roba che non succedeva da quasi quaranta anni.

Ma l’impresa dei granata non è un caso isolato in Europa. In Inghilterra nessuna squadra ha vinto gli ultimi quattro match, in Spagna due big come Barcellona e Atletico Madrid, in Francia invece un piccolo club della bassa Normandia e cioè il Caen: un mese fa a quest’ora era ultimo in classifica, desolato fanalino di coda a quota 15 punti. Dopo 360 minuti i ragazzi allenati da Garande, allenatore lasciato al proprio posto anche nei momenti più bui, hanno infilato il filotto che non t’aspetti: 12 punti grazie a 11 gol fatti e appena 2 subiti, ora la classifica sorride e il Caen si appresta a sfidare il Psg al Parco dei Principi da 14esimo in classifica. E la Bundesliga? Anche in Germania c’è una squadra particolarmente calda.

E’ il Werder Brema che con l’avvicendamento in panchina, via Dutt dentro l’ucraino Skripnik, ha cambiato clamorosamente faccia: prima della lunga sosta vittoria benaugurate contro il Borussia Dortmund, ma nel 2015 i verdi di Brema non hanno accennato a fermarsi, altri tre successi e scalpi presi a Hertha, Hoffenheim e Bayer Leverkusen. L’ultimo posto in classifica? Uno sbiadito ricordo, ora l’ottava piazza fa sognare il popolo del Weserstadion che non vede l’ora di continuare la striscia sabato prossimo contro l’Augsburg. Non capita spesso, eppure questi tre esempi certificano rimonte che a gennaio sono ancora possibili: con lo stesso allenatore o con uno nuovo, l’importante è non mollare e continuare a crederci. Le storie di Torino, Caen e Werder possono insegnare.

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ultimo aggiornamento: 09-02-2015


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