Carlo Tavecchio, presidente della Figc, ha commentato oggi all’Ansa la sentenza di terzo grado di Calciopoli. Dai 46 imputati iniziali, il processo durato nove anni si è concluso con solo tre condanne, di cui un solo arbitro: per uno degli attori principali della vicenda, Luciano Moggi, c’è stata prescrizione per l’associazione a delinquere, mentre l’assoluzione per le due frodi rimanenti dopo i primi due gradi di giudizio. Comunque lo si voglia guardare, si tratta di un processo che non ha fatto totalmente luce su quanto accaduto nel 2006, anche se per il presidente federale Tavecchio, invece, è stata confermata la sentenza della giustizia sportiva, quella che decise in pochi giorni e senza avere a disposizione, tra l’altro, le telefonate dell’Inter:

“In attesa delle motivazioni, la sentenza conferma la linea della giustizia sportiva: fatta salva la prescrizione – sottolinea Tavecchio all’Ansa – , i reati ci sono stati, l’associazione a delinquere pure, per noi la richiesta di risarcimento della Juve al Tar è una lite temeraria”.

Nei giorni scorsi, lo stesso presidente della Figc aveva avuto toni più accomodanti con la Juventus, che ha chiesto alla federazione 443 milioni di euro di danni. Dopo aver auspicato “una soluzione bonaria”, Tavecchio sembra aver cambiato idea e anzi lascia presagire la possibilità di citare il club bianconero per “lite temeraria”. Insomma, la diatriba è tutt’altro che chiusa e ora i tifosi della Vecchia Signora attendono di vedere cosa succederà in occasione dell’amichevole Italia-Inghilterra, quando Tavecchio ha promesso di “nascondere” dallo Juventus Stadium i “simboli incongruenti con le sentenze”, ossia lo scudetto col numero 32. Una soluzione che potrebbe esacerbare gli animi dei tifosi della Juventus.

Intanto, dopo aver commentato a caldo la sentenza della Cassazione parlando di “processo abnorme”, Luciano Moggi, ex dg della Juve, è stato ospite oggi della trasmissione radiofonica “Si gonfia la rete”, condotta da Raffaele Auriemma. Moggi ha sostanzialmente confermato che la sua battaglia legale non si conclude con il terzo grado di giudizio italiano, ma proseguirà con la Corte Europae: l’obiettivo è quello di annullare la radiazione e tornare se possibile nel mondo del calcio. Ecco le sue parole:

“Sono stati assolti due arbitri coinvolti in frode sportiva quindi non è vero che la Cassazione non ha assolto. Gli interessi personali non c’erano e poi la frode sportiva e l’associazione a delinquere da solo non avrei potuto farla. Ci ho sempre messo la faccia perché non temo nessuno. Il prossimo passo? La mia battaglia va avanti, mi rivolgerò alla corte europea dei diritti dell’uomo per cancellare anche la radiazione sportiva e tornare nel mondo del calcio”.

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ultimo aggiornamento: 25-03-2015


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