José Mourinho torna Special One, almeno in conferenza stampa: protagonista di un avvio di campionato molto deludente con il suo Chelsea, il tecnico portoghese ha parlato alla vigilia della sfida di Champions League contro il Maccabi Tel Aviv. Non sarà di certo la sfida più difficile del secolo per i londinesi, quindi i tifosi si aspettano una risposta importante sul campo. Lo stato d’animo dello spogliatoio, risponde seccato Mourinho, è comunque buono, al di là della frustrazione per i mancati risultati:

“Questa è una domanda che continuate a farmi, sapendo che la risposta è sempre al stessa. Quando le persone non raggiungono i risultati per cui lavorano sodo, è normale che siano frustrate”.

I giornalisti lo incalzano, continuano a parlargli di crisi e di squadra con evidenti problemi, ma da abile comunicatore, Mourinho sposta l’attenzione sugli avversari e per la precisione sui colleghi manager meno vincenti di lui:

“In altri club devi andare indietro due, tre, quattro o cinque anni per ricordare buoni risultati. Nel nostro caso si deve andare indietro di tre mesi. Tre mesi fa eravamo la squadra migliore del paese, con il miglior allenatore e i migliori giocatori. Potete chiedermi perché alcuni allenatori non sono in situazioni difficili da cinque, sei, sette o dieci anni? Io sono attualmente campione d’Inghilterra, perché dovrei avere problemi?”.

Ad un certo punto della conferenza stampa, poi, un giornalista inglese gli parla di “sindrome da terza stagione”, a quel punto Mourinho, seppur senza adirarsi, risponde stizzito:

“Al Porto non ho avuto una terza stagione, come neanche all’Inter. Al Chelsea ho vinto FA Cup, Coppa di Lega e ho raggiunto la semifinale di Champions League. Al Real Madrid ho vinto la Supercoppa e ho raggiunto la semifinale di Champions League. Cercate su Google e smettete di fare domande stupide. Non ho niente da dimostrare a nessuno, Niente”.

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ultimo aggiornamento: 15-09-2015


Rassegna stampa 15 settembre 2015: prime pagine Gazzetta, Corriere e Tuttosport

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