Gianluigi Buffon, alla vigilia della sfida di Champions League contro il Siviglia, ha concesso un’intervista esclusiva al quotidiano sportivo spagnolo Marca. Il portiere della Juventus parla del difficile periodo che sta attraversando la squadra, un aspetto in comune con quella di Emery, ma si dice convinto che si tratta di una fase passeggera e che nel giro di qualche mese la classifica sarà completamente diversa. Poi parla del prossimo avversario, il Siviglia è una squadra che merita rispetto nonostante i risultati poco convincenti di questo inizio di stagione:

È una squadra forte, non solo perché vince ma anche per la sua convinzione e per il suo modo intelligente di stare in campo. È vero che ha perso qualche giocatore, ma ne sono venuti altri come Immobile e Llorente. È una squadra che va rispettata

Ma Llorente domani a Torino non ci sarà, lo spagnolo di Pamplona non potrà riabbracciare i suoi ex compagni a causa di un infortunio che lo costringerà a seguire la partita da casa. Chi ci sarà sicuramente è invece un altro spagnolo, che però veste la maglia bianconera, stiamo parlando ovviamente di Alvaro Morata. Il numero uno juventino ha una considerazione altissima del giovane attaccante ed è convinto che presto diventerà uno dei più forti al mondo:

Potenzialmente Alvaro può essere uno dei due o tre migliori calciatori al mondo nel giro di pochi anni. Ha forza fisica, senso del sacrificio, umiltà e gioca su tutto il fronte d’attacco. È un attaccante totale. La differenza tra essere un buon giocatore e un fenomeno la fa la testa, la mentalita. Per questo, secondo me, tutto dipenderà da lui e dalla sua testa.

Quando si parla di migliori al mondo il pensiero va ovviamente subito a Messi e Cristiano Ronaldo. Buffon dice di temerli, ma allo stesso modo in cui teme tutti i suoi avversari. Parla di quella adrenalina che scorre prima delle partite, quando spera che non gli arrivino conclusioni difficili, rigori contro. Adrenalina che scompare nel momento in cui scende in campo. Il giorno in cui non vivrà il prepartita in questo modo, dice, sarà quello in cui capirà che arrivato il momento di ritirarsi.

Poi parla del collega e amico Iker Casillas. Oggi è al Porto, dopo gli ultimi mesi vissuti al Real Madrid con un rapporto non idilliaco con i tifosi che spesso lo hanno fischiato. Per Buffon è inammissibile il trattamento ricevuto da Iker, soprattutto dopo tutto quello che ha dato alle Merengues nel corso della sua carriera:

Ammiro Casillas per la sua splendida carriera. Ha vinto tutto, essendo sempre decisivo. In un calcio molto fisico Iker, non essendo un colosso, ha saputo farsi rispettare. Questo significa che è forte. Io non sono mai stato fischiato dai miei tifosi, sarebbe una mancanza di rispetto, sintomo di poca sportività. Puoi vivere annate migliori o peggiori, ma giocatori come Casillas, che hanno segnato la storia del club, non dovresti fischiarli mai, nemmeno se fanno un autogol. È vergognoso.

In porta ora c’è Keylor Navas che Buffon dice di stimare per aver saputo sfruttare l’opportunità, riuscendo a guadagnare la fiducia del Real Madrid con le buone prestazioni. E a proposito di stima non poteva mancare qualche parola per un altro simbolo del madridismo come Raul che Buffon definisce “educato e corretto”, uno che scendeva in campo sempre con il “coltello affilato tra i denti”, ma che allo stesso tempo sapeva essere un signore, per il quale conserva un ottimo ricordo. Raul e Casillas, campioni che hanno fatto la storia di un club, ma appartengono al passato. Al contrario di Buffon che sembra immortale e continua a essere un trascinatore nella sua Juventus.

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ultimo aggiornamento: 29-09-2015


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