Arsene Wenger, manager francese dell’Arsenal, senza peli sulla lingua. Proprio nei giorni in cui tiene banco lo scandalo internazionale relativo agli atleti russi, Wenger rivela ai giornalisti francese de l’Equipe di aver incontrato in passato squadre i cui calciatori avevano fatto uso di sostanze dopanti. Il tecnico dei ‘Gunners’ ricorda in particolare un episodio relativo alla gara persa a settembre contro la Dinamo Zagabria, allorquando Arijan Ademi risultò positivo ai test antidoping dopo la gara. “Ho pensato – ricorda Wenger – che quando tu non giochi al cento percento e gli avversari sono dopati, giocare diventa difficile…”.

Fiero di aver sempre tenuto alla larga i suoi giocatori da sostanze dopanti o comunque da qualunque cosa possa alterare le prestazioni, Wenger racconta che nell’arco della sua carriera più volte si è trovato ad affrontare avversari che avevano fatto ricorso “all’aiutino”:

“In carriera mi è capitato molte volte di affrontare squadre che avessero assunto sostanze dopanti – prosegue – Ho sempre cercato di essere coerente con i valori dello sport. In 30 anni non ho mai fatto iniettare nulla nei miei giocatori per migliorare in qualche modo le loro capacità. Non ho mai dato loro nulla che potesse migliorarne le performance. Sono fiero di ciò. Ma ho giocato molte partite contro avversari che non si sono fatti certi scrupoli”.

Secondo il manager dell’Arsenal, uno dei problemi del calcio moderno, ma dello sport in generale, è la ricerca spasmodica del risultato: conta solo vincere, qualunque sia il mezzo.

“Credo che la bellezza dello sport sia nel fatto che molti vogliono vincere, ma solo uno – alla fine – ci riesce. Purtroppo – sottolinea – però siamo in un’era in cui si pensa subito e soltanto a celebrare il vincitore, senza curarsi del modo in cui la vittoria è arrivata. Poi, dieci anni dopo, magari salta fuori che quello ha barato. Durante questo lasso di tempo, però, nessuno pensa allo sconfitto”.

Grazie ad una richiesta espressa di Wenger, l’Uefa ha introdotto due anni fa i controlli sul sangue oltre che su quelli delle urine. Nel recente passato, per la precisione nel 2011, lo stesso tecnico dell’Arsenal era stato chiamato in causa da Paul Merson, ex centrocampista dei ‘Gunners’ per una “strana” iniezione: la società si difese parlando di un multivitaminico, mentre il manager ha sempre chiuso la questione affermando che se l’episodio avesse provato in qualche modo un suo coinvolgimento si sarebbe dimesso dal suo incarico.

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ultimo aggiornamento: 11-11-2015


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