Alessandro Cecchi Paone ha intervistato Maurizio Sarri per il settimanale ‘Chi’ in edicola domani. Oggi sono uscite le prime anticipazioni dell’intervista che ha riguardato principalmente l’accesa rissa verbale tra l’allenatore del Napoli e Roberto Mancini nei minuti finali del quarto di Coppa Italia dello scorso 19 gennaio giocato al San Paolo. Mancini denunciò pubblicamente il comportamento del suo collega che gli urlò “frocio e finocchio” mentre lui stava protestando con l’assistente a bordo campo per il recupero assegnato dall’arbitro.

Sarri ha fatto una pessima figura in quell’occasione, ma fin da subito ha cercato di scrollarsi di dosso l’etichetta di omofobo. Sarri ha raccontato a Cecchi Paone di essersi espresso male in un momento di ira, ma di non avere nulla contro gli omosessuali: “Senta, ma lei mi ha visto bene? Io a Mancini volevo colpirlo sul fatto che scende in campo elegante come per un ricevimento. ‘Fighetto’ volevo dirgli, mica quella roba sul sesso! Penso al mio migliore amico gay un antiquario fiorentino morto troppo presto, che mi manca molto. Si indignerebbe a sentirmi accusare di omofobia – prosegue – Ma ce lo vede un toscanaccio come me che in una lite coi nervi a fior di pelle dice all’altro solo che è un ‘precisino’? Ho sbagliato, lo ammetto”.“.

Anche l’etichetta di razzista (in realtà un termine usato impropriamente da Mancini NDR) è stata rifiutata seccamente da Sarri nel corso dell’intervista: “Meglio ancora! La faccio parlare con la mia suorina del Valdarno. Si occupa delle donne africane in difficoltà con la sua casa famiglia qui in Italia e direttamente laggiù tramite le adozioni a distanza. Con i miei amici la finanziamo da dieci anni“.

Cecchi Paone, impegnato nella lotta per affermare i diritti degli omosessuali, da anni lancia un appello per invitare i calciatori gay ad uscire allo scoperto. Molti allenatori, dirigenti e calciatori hanno escluso la possibilità che nel mondo del calcio ci siano omosessuali, ma Sarri non è dello stesso avviso: “Bischerate, ci sono stati, ci sono e ci saranno. Spero che questa vicenda, nata male e finita bene, li aiuti a venire allo scoperto. Almeno nel Napoli non avrebbero problemi. C’è bisogno di esempi importanti, che indichino a tutti la via del rispetto delle differenze reciproche. È già successo in altri settori che influenzano la pubblica opinione, ora è la volta del mondo del pallone, quello decisivo per il sentire comune degli italiani“.

Secondo Sarri, infine, un gay dichiarato non minerebbe il sodalizio di uno spogliatoio: “La compattezza del gruppo non viene mai messa a rischio dalle abitudini private degli atleti. I problemi vengono solo da eventuali rivalità tecniche o dalle inimicizie che a volte si scatenano fra le rispettive mogli e fidanzate“.

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ultimo aggiornamento: 02-02-2016


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