Il Crotone che vola verso la Serie A potrebbe vedersi tarpare le ali dalla Dda di Catanzaro, che chiede il sequestro della società per i presunti rapporti del presidente Vrenna con la malavita. I pitagorici, reduci dalla vittoria in trasferta contro il Bari, stanno facendo sognare una città e un’intera regione, la Calabria, in cui la Serie A manca ormai da diversi anni. Attualmente secondo in classifica, il Crotone di Juric ha incantato anche in Coppa Italia, competizione nella quale ha dato del filo da torcere nientemeno che al Milan.

Secondo quanto riferisce oggi ‘La Stampa’, però, il sogno del club calabrese potrebbe infrangersi sul muro della giustizia: sulla società pende infatti una richiesta di sequestro della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Alla base della decisione, le figure del presidente Raffaele Vrenna e del fratello Giovanni, per i quali è stato chiesto l’obbligo di soggiorno in città con misure di sorveglianza speciali per cinque anni per presunti rapporti con la malavita.

La famiglia Vrenna, che opera da tanti anni nel settore della spazzatura, sarebbe secondo la Dda “continua al fenomeno mafioso”, come avrebbero anche confermato le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, riferisce ancora ‘La Stampa’. Al patron del Crotone, dunque, potrebbe essere sottratto il club di calcio, in una sentenza che sarà emessa tra qualche settimana a Catanzaro. Da parte sua, l’imprenditore si sente abbastanza tranquillo, anche perché già lo scorso 16 gennaio, il Tribunale di Crotone ha rigettato la richiesta della Dda affermando che i Vrenna non siano contigui ai clan bensì vittime della malavita. Nel 2006, infatti, il presidente Vrenna fu prima condannato ma successivamente assolto dall’accusa di concorso esterno: la Dda fonda le proprie tesi proprio sulle motivazioni della prima condanna.

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ultimo aggiornamento: 08-02-2016


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