Palermo – È durata meno di un mese l’esperienza di Guillermo Barros Schelotto in Sicilia: il tecnico argentino non è riuscito ad ottenere il patentino italiano per poter sedersi in panchina. Si tratta dell’ennesima puntata di una stagione quantomeno singolare dei rosanero, che hanno visto avvicendarsi sulla panchina diversi allenatori: se non è record, poco ci manca. Dopo l’esonero di Beppe Iachini, infatti, è stato chiamato ad allenare il Palermo Davide Ballardini, ma un vero e proprio ammutinamento dello spogliatoio lo ha costretto il presidente Maurizio Zamparini ad allontanare anche lui.

Temporaneamente, la panchina è stata affidata a Viviani (ex vice di Iachini, che nel frattempo aveva rifiutato il reintegro) e Bosi (tecnico della Primavera), ma poi si è scelto di puntare sull’argentino Guillermo Barros Schelotto. Non avendo la documentazione necessaria per sedersi in panchina da “primo allenatore”, l’ex centrocampista del Boca Juniors è stato affiancato da Giovanni Tedesco, che ora diventerà a tutti gli effetti il tecnico dei rosanero assieme a Bosi, che nel frattempo era rientrato in Primavera.

Una decisione sofferta, quella di Schelotto e già comunicata al presidente Zamparini: ha deciso di tornare in Argentina poiché per lui è stato difficile allenare durante la settimana senza poter andare in panchina la domenica. Pur di far ottenere il patentino a Schelotto, il Palermo si era rivolto addirittura alla Fifa, ma le pratiche sarebbero durate addirittura un anno, così si è deciso di desistere.

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ultimo aggiornamento: 10-02-2016


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