Daniele De Rossi è pronto a caricarsi la Roma sulle spalle per inseguire ancora una volta lo Scudetto che manca dal 2001. Tutte le rivali sono impegnate nella campagna di rafforzamento, ma De Rossi pensa ancora che sia la Juventus la squadra da battere: “La speranza c’è sempre, sui 4 punti dello scorso anno ci si può lavorare, ma bisogna analizzarli, loro hanno un po’ tirato il freno, ma non ci deve interessare, quest’anno sarà ancora più difficile, ma dobbiamo lavorare per tirare su qualcosa di importante anche per i tifosi, poi quando saremo durante il campionato vedremo dove saremo“.

A 34 anni appena compiuti, De Rossi è il giocatore più esperto della rosa. Il Capitano della Roma non ha nascosto un po’ di invidia nei confronti dei colleghi più giovani: “Il primo ritiro è stato nel 2001-2002, il ritiro dopo lo scudetto, tantissimo entusiasmo, non sono un fulmine in matematica, ma dovrebbe essere il sedicesimo, grande orgoglio, anche a livello fisico. Quando si è vecchietti calcisticamente parlando, si tende ad avere fretta, il tempo sta per scadere, bisogna conviverci, ne parlo con i giovani, godetevi tutto, anche la lontananza dalla famiglia, dagli amici, fare il calciatore è qualcosa di unico. Le motivazioni? Trovarle è sempre più difficile, la natura decide il tuo fisico, più si va avanti e più bisogna averne cura in maniera maniacale, le motivazioni me le danno l’amore per la squadra, per la città, per lo sport, voglio ripetere la stagione dello scorso anno“.

Le motivazioni di De Rossi saranno comunque al massimo perché da quest’anno è lui ad avere la responsabilità di portare la fascia di Capitano: “La vivo bene, è un’onore, ho lavorato per diventare una persona importante per i tifosi della Roma, la pressione non l’ho mai sofferta troppo, a fine partita sento questa responsabilità, di essere un simbolo per i romanisti, a 34 anni devo dare un equilibrio a questa mia focosità in campo, la fascia mi aiuterà

Ad allenare la Roma adesso c’è Di Francesco, con il quale la Roma avrà una spiccata mentalità offensiva: “Sì, è strano, ma se fosse arrivato qualcun altro sarebbe stato uguale, il fatto che lo conosco è un vantaggio minimo, sono un giocatore come tutti gli altri, si lavora e basta, devo sudare e rispettare l’allenatore come tutti. Il 4-3-3 è stato uno dei moduli più usati dagli allenatori che ho avuto, da Spalletti a Garcia, stiamo lavorando per assimilare i concetti del mister, simile a quelli di Zeman, dal punto di vista offensivo è ottimo per noi

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ultimo aggiornamento: 29-07-2017


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