Il Milan ha ottenuto il terzo posto sudando sette camicie nell’ultima partita di campionato, a Siena. La squadra di Massimiliano Allegri ha giocato male per larghi tratti del match riuscendo a rimettersi in carreggiata solamente grazie ad un rigore generosissimo fischiato da Bergonzi prima del gol definitivo di Mexes. Il terzo posto vale l’accesso ai preliminari di Champions League per il Milan, il “minimo sindacale” per Galliani e l’entourage rossonero. Già, perché secondo il dirigente l’Europa League sarebbe stata una vera tragedia, come una retrocessione in Serie B.

L’arte dello snobbare o denigrare l’Europa League è soprattutto un antico vizio italiano. A onor del vero va detto che il torneo ha meno appeal del “fratello maggiore”, meno introiti, meno sponsor e meno squadre importanti. Necessiterebbe di modifiche per renderla più snella e fruibile al telespettatore medio, per aumentare le entrate economiche. E per far sì che soprattutto le formazioni impegnate siano indotte a giocare con più motivazioni. Una delle proposte discusse nello scorsa autunno dai dirigenti dell’Uefa era quella di far approdare anche le semifinaliste dell’Europa League alla Champions League dell’anno successivo. L’altra idea era quella di accorpare i due tornei.

L’Italia è sicuramente una delle nazioni che mal sopporta questa competizione. De Laurentiis e Zamparini, negli anni scorsi, hanno capeggiato il partito degli anti Europa League adducendo motivazioni puramente economiche e dimenticando che i palmares di Napoli, ma a maggior ragione del Palermo, non sono ricchissimi di trofei europei. I soldi sono alla base di tutto per mantenere una squadra ad alto livello, non ci piove. Ma i discorsi ripetuti all’infinito sul ranking Uefa italiano crollato in basso hanno toccato spesso l’argomento Europa League. Tutti si lamentano delle scarse prestazioni dei club italiani in questo torneo (anche se in Champions le cose non vanno meglio, ma in quel caso sembra più una questione di valori tecnici decaduti delle squadre italiane), ma nessuno vuole realmente giocarlo.

La stessa Udinese, qualificatasi anche quest’anno meritatamente grazie ad otto vittorie consecutive nel finale di campionato, non ha fatto una bella figura nella scorsa edizione e Guidolin più volte ha attinto dalla Primavera, con modestissimi risultati, quando di giovedì c’era da affrontare l’impegno europeo. Oggi Galliani (anche lui esortatore di impegno a profusione in Europa League…ma nei confronti di altre squadre, non certo la sua) ha commentato con un paragone eloquente la differenza tra i due trofei: “Per avere il pareggio di bilancio servono anche i risultati sportivi. C’è una differenza abissale fra Champions ed Europa League, è come per una squadra che scende dalla serie A alla B, da lì nascono tutte le tensioni che arrivano quando sei fra terzo e quarto posto‘. Chiaro no?

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