Zebina le suona a Cobolli Gigli
Non si può dire che Zebina sia un calciatore sui generis, tutto banalità e veline. La sua partecipazione domenica sera a Controcampo è stata da manuale di uomo schietto e sincero, anche troppo come gli ha detto senza tanti giri di parole il conduttore Piccinini. Il francese ex Roma è stato uno dei pochi che
Non si può dire che Zebina sia un calciatore sui generis, tutto banalità e veline. La sua partecipazione domenica sera a Controcampo è stata da manuale di uomo schietto e sincero, anche troppo come gli ha detto senza tanti giri di parole il conduttore Piccinini.
Il francese ex Roma è stato uno dei pochi che riusciva a tener testa a Luciano Moggi, non cedendo ai ricatti e alle imposizioni del dg juventino per rinnovare quel contratto che scadrà nel giugno 2007. E’ vero che negli ultimi due anni ha passato gran parte del tempo in infermeria, tanto che rivederlo a buoni livelli contro il Verona è stata una sorpresa per tutti.
Forse anche per il presidente Cobolli Gigli, che in una intervista al Corriere dello Sport in settimana aveva detto che del difensore potevano in fin dei conti fare a meno. Ma cosa ha detto il francese in tv? ” Posso solo essere arrabbiato con la vecchia dirigenza, perché ci ha ingannato e ora paghiamo le loro colpe. Non ho nulla di personale con Moggi. E poi, adesso, ci sono altri dirigenti.
Piuttosto, continuo a leggere che il presidente Cobolli Gigli dice: Zebina non è molto importante per la squadra. Non è bello”.
Sulla sua permanenza in B: ” Giocare in B non mi piace. Perché ci sono rimasto? La verità è che non abbiamo avuto scelta. Non è facile per noi ed erano davvero tanti quelli che volevano scappare”.
Sull’ Inter: ” Hanno sbagliato ad accettare lo scudetto, non l’hanno vinto sul campo, non dovevano prenderlo. Per noi è una ferita che brucia, perché sapevamo di essere la squadra migliore e di aver vinto meritatamente per due anni consecutivi”.
Su Napoli – Juve: ” Non è vero che mi sono rifiutato di entrare in campo: avevo avuto dei problemi muscolari durante la settimana e mentre mi scaldavo ho sentito che venivano di nuovo fuori, così ho chiesto a Deschamps di non rischiare. Alla fine è uscito che ho rifiutato di giocare e non era vero, però la società ha gestito male la situazione, non sono stato protetto dal club che non ha spiegato bene come stavano le cose”.
Vi sorprendereste se a gennaio lasciasse la Juve?