Per essere un calciatore di livello bisogna avere sì buona testa e buoni piedi, ma guai a sottovalutare muscoli e polmoni per correre a tutto campo a caccia della palla e dell’avversario; per essere invece un buon allenatore non conta più nulla se non la preparazione e la capacità di trasmettere la propria voglia ai giocatori. Ecco, Gennaro Gattuso è diventato una sorta di fuoriclasse del suo ruolo grazie all’instancabile capacità di non fermarsi mai, doti che non gli sono tornate utili quando si è accomodato in panchina: al Sion è puro curriculum, al Palermo un avvio disastroso e un esonero a macchiare sin dagli albori la sua carriera; certo, farsi cacciare da Zamparini non è un’onta, quanto piuttosto lo è accettare una sua chiamata alla prima esperienza. Così il Ringhio nazionale, che a qualche settimana dall’allontanamento ha metabolizzato la cosa, ora dice la sua in merito ma se da Fazio, domenica scorsa, aveva usato parole tutto sommato morbide, al magazine So Foot è andato giù pesante nei confronti del presidente dei rosanero. Così su Rai Tre:

“Di certo se Zamparini mi richiama non torno. Mi ha cacciato perché i risultati contano e lui ha poca pazienza, ma lo ringrazio per la possibilità che mi ha dato, ho vissuto tre mesi in una bellissima città e in una bellissima piazza. La voglia di fare l’allenatore c’è, io non demordo mai”.

Così ieri alla stampa francese:

“Fra Christian Constantin (presidente della squadra svizzera, ndr) e Zamparini, difficile dire che sia il più matto… ma Constantin è almeno più educato di Zamparini. Lui mi telefonava in piena notte per rifare la formazione. È ovvio che può farlo, come allenatore sono operativo 24 ore su 24. Il problema è che è totalmente incompetente. Non ci capisce niente. E poi è ipocrita e cattivo. Credo sia sotto pressione e che se potesse venderebbe, per la crisi economica. Ma chi comprerebbe il Palermo?”.

Ora se ne va in giro per l’Europa a spiare i metodi di lavoro degli altri tecnici (di recente è stato da Guardiola in Baviera) perché lui ora si sente un allenatore, ma è ovvio che un occhio lo butta anche al campo e soprattutto al suo grande amore Milan, in piena crisi quanto di gioco che di risultati. Anche in questo caso intervistato in merito sulla tv nazionale è più cauto:

“È certo che per fare le squadre forti bisogna spendere i soldi, io ho trascorso tanti anni al Milan e abbiamo vinto tanto anche perché la società aveva speso tanto. Non dico che il Milan adesso sia scarso, ma le altre sono superiori. Ci vogliono giocatori forti, questa squadra ce li ha, ma ci sono squadre migliori”.

Lontano dalle telecamere è però più pungente, sopratutto nei confronti di Berlusconi:

“Ho votato Silvio Berlusconi perché convinto dal suo programma, ma quanto al calcio, se il Cavaliere era un impareggiabile motivatore, sul piano tecnico non gli avrei affidato nemmeno l’allenamento di una squadra di ragazzi, anche se quando parlava di pallone non era incompetente. Il Milan ha bisogno di una ristrutturazione e di una squadra competitiva. Così si sta trascinando. Gli servirebbero investitori stranieri. Forse qatarioti, con Leonardo. A Milano e in Lombardia, attualmente i cinesi comprano tutto, ristoranti, case… mettono un milione di euro sul tavolo come fosse niente. Perché non nel calcio?”.

Giano Bifronte Gattuso, cauto negli italici confini, più a gamba tesa Oltralpe. Quale il suo futuro nel mondo del calcio?

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ultimo aggiornamento: 07-11-2013


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