Il presidente della Federazione Italia Giuoco Calcio, Carlo Tavecchio, è stato intervistato oggi durante la prima puntata di Quelli che il calcio, il varietà in onda su Rai 2 condotto da Nicola Savino.

Tavecchio, perfettamente cosciente di dover fornire ulteriori spiegazioni (e speriamo definitive perché ogni giustificazione in più è assolutamente inutile) sulla scivolata a sfondo razzista riguardante il calciatore fittizio Opti Pobà (“…che prima mangiava le banane e ora gioca nella Lazio”), appena entrato in studio, si è praticamente rivolto la domanda da solo, allontanando per l’ennesima volta le accuse di razzismo:

E’ stata una piccola sciocchezzuola. Finora si è parlato del fatto marginale e non del contesto. Parlavo a braccio da un’ora e un quarto, dovevo parlare di extracomunitari. Ho impostato la questione sotto l’aspetto dell’accoglienza. Prima in Italia, un soggetto fuori dalla comunità europea per giocare doveva avere il padre o la madre che lavoravano, doveva essere iscritto alla scuola dell’obbligo e doveva essere entrato non clandestinamente. Con il mio provvedimento, chiunque si trovi sul territorio italiano, chiunque, può giocare a calcio. E’ stato una specie di Ius Soli. Joseph Minala gioca grazie al mio provvedimento. Dopo mezz’ora ho riconosciuto il mio errore. Per quanto dovrò ancora riconoscerlo?

Tavecchio, quindi, spera che oggi sia stato messo un punto e a capo alla questione e che si possa parlare di questioni più concrete.

Parlando dell’ingaggio di Antonio Conte, ad esempio, il presidente della Figc ha dichiarato di aver presentato l’offerta all’ex allenatore della Juventus il giorno dopo la propria elezione. Riguardo lo stipendio di Conte, che ovviamente ha causato molte polemiche perché pagato in parte dalla Puma (con i soliti malpensanti convinti che Conte possa favorire giocatori sponsorizzati dall’azienda tedesca), Tavecchio ha dichiarato che lo sponsor tecnico della Nazionale paga un’aliquota in Italia del 45% sullo stipendio di Conte e che, quindi, porta soldi al fisco italiano.

Riguardo la polemica sterile sui giocatori sponsorizzati Puma (Conte non ha convocato Mario Balotelli e ciò dovrebbe bastare a zittire i complottisti), Tavecchio ha dichiarato di non mettere in dubbio la serietà del ct.

Per quanto concerne, invece, l’onnipresenza di Claudio Lotito nell’area azzurra, Tavecchio ha dichiarato che il presidente della Lazio ha tutto il diritto di presenziare in quanto “consigliere eletto regolarmente dal sistema sportivo”. Tavecchio, però, ha aggiunto che “l’opportunità o meno di essere presente è un fatto personale”, lanciando forse qualche messaggio subliminale al patron della Lazio.

Carlo Tavecchio, infine, ha ribadito la sua intenzione di rilanciare il calcio femminile in Italia.

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