Il Milan stecca la prima in casa contro una grande. Anzi, contro la Grandissima. Ma c’è modo e modo di perdere e Pippo Inzaghi ieri non ha scelto il modo migliore. Per carità, lo scarto di un gol va benissimo perché, come ha spiegato lo stesso allenatore a fine gara: “Non dobbiamo gettare fumo negli occhi ai nostri tifosi. Abbiamo perso contro una Juve che l’anno scorso ci ha dato 50 punti di margine”.

Tutto vero, SuperPippo. Ma perché hai quasi rinunciato a giocartela? A tratti sembrava di vedere il catenaccio di un certo Rocco. Tutti dietro, nella speranza che nel possesso palla bianconero s’inceppasse qualche meccanismo e potessero ripartire le frecce rossonere là davanti. Le quali, peraltro, hanno latitato, se escludiamo Menez. La difesa di Allegri non si è fatta mai prendere in contropiede, se escludiamo il colpo di testa di Honda deviato da Buffon.

Insomma, il Milan ha giocato da provinciale. E neanche di lusso. Da provinciale che va in casa di una grande, non che gioca davanti alla sua gente. E così non va bene, caro Pippo. Il Milan non può lanciare palla in avanti sperando nella classe di Menez. Con la Juve è andata come doveva andare. Spingi e spingi, alla fine i campioni d’Italia hanno trovato il varco giusto con la combinazione Pogba – Tevez. Ma anche se vuoi giocare per il terzo posto, Inzaghi, devi fare di più contro le grandi.

Roma, Napoli, Inter e Fiorentina hanno le armi per fare come la Juve. E alla lunga questi sono punti pesanti. Vero che deve essere inserito ancora nei meccanismi l’unico centravanti che il Milan possiede, Fernando Torres, considerato che Pazzini viene considerato troppo di scorta, ma se il Nino continuasse a nascondersi come negli ultimi anni?

Il trio El Shaarawy, Menez, Honda ha la classe per mettere paura in velocità. Ma i palloni devono arrivare. E non dalla difesa, saltando il centrocampo. Insomma, palla lunga e pedalare al giorno d’oggi è filosofia arcaica. Non la usano neanche un Empoli o un Cesena. Sì, certo, a 20′ dalla fine eravamo ancora sullo 0-0 ieri, ma la sensazione è che la Juve abbia fatto cuocere a fuoco lento gli avversari. Non che fosse presa dall’isterismo per un gol che non arrivava. Perché sapeva che prima o poi sarebbe arrivato, stazionando per tre quarti di match nella metà campo di Abbiati.

Caro Pippo, il 3-1 alla Lazio e il 5-4 al Parma erano stati figli di un modo di giocare sbarazzino. La troppa paura dei campioni d’Italia ha prodotto una partita mediocre. La serie A, se scopre che hai paura, ti azzanna. Ecco perché devi cambiare registro. Fin da martedì. Il campionato è lungo, i 50 punti di ritardo dell’anno scorso sono realtà, ma a fine agosto siete ripartiti tutti da zero.

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ultimo aggiornamento: 21-09-2014


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