Alessandro Del Piero non si ferma mai. Alla soglia dei 40 anni, l’ex capitano della Juventus, vero e proprio recordman bianconero, sta per iniziare una nuova avventura in India con il Delhi Dynamos. Dopo aver lasciato la Juve, ‘Pinturicchio’ ha giocato due campionati in Australia con la maglia del Sydney FC e da qualche giorno è sbarcato nella ISL, la Indian Super League, che durerà solo tre mesi e vedrà affrontarsi 8 franchigie per l’occasione infarcite da diversi calciatori italiani o comunque vecchie conoscenze della Serie A, da Marco Materazzi a David Trezeguet.

Accolto come un divo qualche giorno fa al suo sbarco in India, Del Piero non ha alcuna intenzione di smettere di giocare al termine del campionato indiano. Secondo i bene informati, infatti, si tratta solo di una parentesi di preparazione prima dello sbarco nella MLS, il massimo campionato americano nel quale presumibilmente l’ex numero 10 della Juve chiuderà la carriera. Cosa farà poi Pinturicchio? Da anni si parla ormai di un ruolo dirigenziale nella Juventus, ma la rottura consumata all’addio di due anni fa, soprattutto con il presidente Andrea Agnelli, chiude a questa ipotesi pur sempre suggestiva.

Più probabile, invece, che Del Piero intraprenda la carriera di allenatore: un’eventualità alla quale fin qui lo stesso numero dieci non ha mai preso in considerazione seriamente. Eppure, le ultime esperienze e la maturità raggiunta con il passare degli anni, avrebbero convinto Alex che forse il ruolo del tecnico è quello più affascinante per chi smette di giocare ma ha ancora tanta voglia di vivere il campo.

“Per la prima volta dico che potrei allenare – dichiara Del Piero in un’intervista rilasciata a ‘Undici’ – . E’ una prospettiva che vedo: lontana, ma la vedo. Nell’ultimo periodo ho capito anche scelte che allenatori hanno fatto in passato con me, ho compreso le loro ragioni, mi sono immedesimato e ho colto sfumature che in passato non avevo colto. Questo non vuol dire condividerle, ma comprenderle”.

Molto franco come sempre il ‘Pinturicchio’, ammette che tutte quelle volte in cui è stato messo fuori per scelta tecnica non l’ha presa bene, ma ha rispettato le decisioni degli allenatori. Oggi, con maggiore esperienza sulle spalle, comprende ancora meglio quali fossero le dinamiche che portarono Capello, ma anche Lippi e Conte a lasciarlo fuori dall’undici titolare.

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ultimo aggiornamento: 23-09-2014


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