Tutti conoscono Gerard Piqué, uno dei difensori più forti al mondo, che con le maglie Barcellona e Spagna nella sua carriera a ha vinto tutto quello che c’era da vincere. Non tutti però si ricordano della sua parentesi, nemmeno tanto breve, al Manchester United. Il giovane Piqué approdò quando ancora aveva diciassette anni ai Red Devils, Sir Alex Ferguson lo aveva notato tra i tanti ragazzi della cantera blaugrana e lo aveva voluto con sé. In Inghilterra è rimasto per quattro stagioni, ha esordito in Premier League dove poi ha collezionato in tutto 11 presenze, prima di far ritorno alla casa madre nel 2008 quando il club catalano esercitò il suo diritto di riscatto.

I giorni passati a Manchester sono ancora ben scolpiti nella memoria di Piqué che ne ha parlato in un’intervista rilasciata la magazine FourFourTwo. Dai suoi racconti emerge un episodio abbastanza curioso relativo a quel periodo, il giocatore lo rievoca quando gli viene chiesto se temesse Alex Ferguson, lo scozzese è famoso per i suoi modi bruschi e per il suo celebre trattamento asciugacapelli (il riferimento è agli urlacci in faccia ai suoi giocatori quando perdeva le staffe). Lo spagnolo a sorpresa ha confessato che non era tanto l’allenatore a fargli paura quanto un suo compagno di squadra, stiamo parlando del focoso Roy Keane:

No, non direi che fossi spaventato da Ferguson. Da Roy Keane? Beh, forse con lui è differente. Ricordo che una volta eravamo negli spogliatoi dell’Old Trafford e il mio telefono cominciò a vibrare. Keane riuscì a sentire le vibrazioni e diventò letteralmente furioso nel cercare di capire a chi appartenesse quel telefono. Ecco di che genere di persona stiamo parlando. Prima della partita che con il Barça abbiamo vinto 1-0 contro il Celtic a Glasgow lo scorso anno, ho visto Keane a bordo campo in veste di commentatore televisivo mentre stavamo scendendo in campo per il riscaldamento. Ho nascosto la mia faccia tra le mani per non farmi vedere, questo perché ancora mi terrorizza. Avevo 26 anni e me la stavo facendo letteralmente addosso.

Una testimonianza che fa capire bene quale fosse il temperamento dell’irlandese di Cork, vera bandiera del Manchester United degli anni ’90. Amatissimo dai suoi tifosi, ma allo stesso tempo odiato dagli avversari, anche dai suoi colleghi per via del suo modo di giocare che potremmo definire eufemisticamente ruvido. Appese le scarpette al chiodo Keane ha intrapreso, senza grossa fortuna, la carriera da allenatore, attualmente è il vice di Paul Lambert all’Aston Villa. Il suo odio per il telefonini è rimasto immutato negli anni, lo testimonia il video in apertura di un episodio successo ai tempi in cui era allenatore dell’Ipswitch Town. Era in conferenza stampa quando inizia a squillare il cellulare di un giornalista, Keane lo fulmina con lo sguardo prima di rimproverarlo duramente per le mancate “buone maniere”. Basta guardare la durezza del suo sguardo per rendersi conto come il giovane Piqué possa essere rimasto traumatizzato dai giorni spesi a Carrington in sua compagnia, quando era ancora solo un ragazzino e non il giocatore capace di vincere tutto il possibile compresi un Mondiale, un Europeo e due Champions League.

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ultimo aggiornamento: 02-10-2014


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