Nell’ultimo mese di calcio giocato tra campionato, coppe e impegni delle Nazionali non si è sentito parlare di Zlatan Ibrahimovic, se non per la proficua pesca mostrata al mondo a mezzo social: ma che cosa ha lo svedese? Quanto potremo rivederlo in campo? Queste due domande non hanno risposte davvero esaustive. E’ piuttosto un dilemma, ai limiti del misterioso, un acciacco che a 33 anni, l’età del fenomeno in forza al Paris Saint Germain, fa temere le migliaia di appassionati in giro per il globo circa il prosieguo della sua carriera.

Ibra ha giocato la sua ultima partita il 21 settembre scorso in Ligue 1 contro il Lione, novanta minuti al Parco dei Principi senza marcare gol nell’1-1 finale; da allora se ne sono perse le tracce anche se figurava tra i convocati di Erik Hamren per gli impegni della Svezia contro Russia e Liechtenstein, in cui il centravanti non ha giocato pur accomodandosi in panchina in entrambe le sfide disputate dagli scandinavi. Il 24 settembre il PSG ha giocato a Caen, vittoria per 2-0, ma alla vigilia il sito ufficiale del club spiegava:

“Ibrahimovic oggi si è sottoposto a degli esami per un problema al tallone sinistro che richiede 48 ore di riposo”.

Nulla di più, ma da questo comunicato pareva un problema di poco conto che lo avrebbe tenuto ai box solo per il turno infrasettimanale. Lo stesso sito dei capitolini però annunciava una settimana dopo che anche contro il Barcellona il loro giocatore più rappresentativo non poteva essere della sfida per il perdurare dei problemi al tallone; secondo L’Equipe doveva rientrare il 5 ottobre per affrontare insieme ai suoi compagni il Monaco, ma anche contro i monegaschi di Zlatan nemmeno l’ombra. Leif Sward, responsabile medico della Nazionale svedese, spiegò prima della Russia:

“Abbiamo fatto degli esami e il suo dolore e inspiegabile. Non presenta segni di infiammazione, solo dolore. Non vogliamo che peggiori, magari danneggiando il tendine d’Achille. Per ora non lo faremo giocare con delle infiltrazioni”.

Rientro ancora rimandato, intanto iniziavano ad aleggiare le prime vere preoccupazioni sul suo stato di salute, o meglio del suo piede; otto giorni fa, prima della gara col Lens, pareva di nuovo che potesse tornare nonostante avesse svolto solo lavoro in palestra, ma anche allo Stade de France a giocare furono i suoi compagni, non venendo nemmeno convocato. E arriviamo alla penultima vigilia, quella della gara contro l’APOEL Nicosia in Champions League; a domanda precisa Javier Pastore ha risposto:

“L’assenza di Ibrahimovic? E’ un giocatore importante per noi, cerchiamo di giocare bene senza di lui, ma è difficile. Da quando è arrivato ha fatto molte cose buone con noi, ma domani non ci sarà”.

Sportbladet in edicola mercoledì ipotizzava addirittura una particolare operazione al solito fastidioso tallone sinistro, fino ad arrivare a oggi, a 24 ore prima dell’impegno in campionato del Paris Saint Germain contro il Bordeaux. A parlare è stato l’allenatore Laurent Blanc:

“Non c’è una data precisa del suo ritorno. Ha male e non si è potuto allenare col gruppo. Spero che possa recuperare velocemente, perché inizia a farsi lunga. Ha una tallonite, il dolore persiste e finché non passa non può riprendere gli allenamenti”.

Insomma, la questione è chiara: Zlatan Ibrahimovic, che in carriera non ha mai avuto un infortunio serio, da un mese ormai soffre per una tallonite che non ha riscontri obiettivabili, certificata solo da un inspiegabile dolore che lo attanaglia e che non gli consente di correre a dovere. Come ne verrà fuori? Neanche i medici lo sanno e i tifosi parigini, e non solo loro, sperano che tutto si risolva per il meglio.

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ultimo aggiornamento: 24-10-2014


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