Agnelli batte, Thohir risponde e Calciopoli improvvisamente si riaccende. La battuta del presidente della Juventus (“Moratti amava talmente tanto l’Inter da compiere un gesto folle, prendere uno scudetto che non era suo”), ha scatenato le ire dei tifosi e della società nerazzurra, che con una nota ha replicato duramente: “Scudetto a tavolino legittimo, voi in B con la vostra reputazione”. Al di là della questione formale sul tricolore assegnato all’Inter, per il quale non esiste in Figc nessun documento che lo attesti, tanto è vero che al ricorso della Juve fu risposto “non possiamo togliere all’Inter qualcosa che non è mai stata ufficialmente assegnata”, rimane in piedi tutta la questione relativa al processo sportivo, alla sua conduzione e alle migliaia di telefonate non prese in considerazione e spuntate fuori solo durante il processo penale di Napoli.

Nei primi due gradi di giudizio, la posizione della Juventus è stata notevolmente sollevata e per di più il processo penale ha confermato quanto già sentenziato da quello sportivo del 2006: la classifica del campionato 2004-05 non è stata alterata e il campionato successivo, il 2005-06 non è mai stato oggetto di indagine. Nel 2011 il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha firmato una serie di ricorsi indirizzati a Tnas, Tar, Prefettura di Roma e Corte dei Conti, con lo scopo di mettere la Figc davanti alle proprie responsabilità. Ricorsi che stanno comunque mettendo in difficoltà il governo del calcio, tanto è vero che Carlo Tavecchio nei giorni scorsi ha invitato Agnelli a ritirare i ricorsi in cambio di un’amichevole della nazionale allo Juventus Stadium.

Ovviamente, non se ne parla, anzi, Agnelli aspetta il 22 gennaio 2015, quando la Cassazione darà il verdetto definitivo sul Processo di Calciopoli, per decidere le prossime mosse della Juventus. Lo ha ribadito qualche giorno fa nel corso dell’Assemblea degli azionisti:

“Le nostre posizioni non sono cambiate. E le iniziative vanno avanti. Non posso ripetere ogni volta che ci vuole pazienza. Stiamo aspettando che l’iter della giustizia ordinaria consolidi definitivamente quella che viene definita “realtà processuale”. La Cassazione è stata fissata a gennaio e allora avremo un quadro completo. A quel punto prenderemo in considerazione tutti gli impiantamenti e carteggi, agendo nella tutela degli interessi della società. Sia civili che economici”.

La Vecchia Signora non arretra e non lo farà, insiste Agnelli, fino a quando i due scudetti sottratti nel 2006 non torneranno nella bacheca del J-Museum. Come riporta oggi ‘Tuttosport’, basterà che i ricorsi degli imputati Moggi e Giraudo vengano accolti anche in parte, e a quel punto scatterebbe la richiesta di revisione del Processo sportivo, che stavolta si terrebbe con tutte le intercettazioni a disposizione, anche quelle di Facchetti e Moratti, che avevano portato il procuratore federale Stefano Palazzi a chiedere la violazione più grave, quella dell’articolo 1 (mai contestata alla Juve nel 2006, retrocessa per somma di articoli 6), coperta però da prescrizione. Sono passati 8 anni, ma le ferite sono ancora aperte e a gennaio ci sarà sicuramente una nuova puntata delle telenovela. In ballo, oltre che l’onore di gloriose società della Serie A, ci sono oltre 400 milioni di euro di danni richiesti dalla Juventus.

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ultimo aggiornamento: 26-10-2014


Rassegna stampa 26 ottobre 2014: prime pagine Gazzetta, Corriere e Tuttosport

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