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Addio Serie A, andiamo nel calcio che conta. Essere il migliore esterno della Serie A delle ultime due stagioni non basta. I calciatori più forti se vogliono fare qualcosa di importante devono scappare via“. Era il commento indignato di Federica Riccardi, la compagna di Alessio Cerci, dopo l’addio dell’allora calciatore del Torino che si apprestava ad indossare la maglia dell’Atletico Madrid. Mai dire mai e soprattutto, mai essere troppo sicuri nella vita: Cerci è appenata tornato in Italia (nel “calcio che non conta”?), dopo appena sei mesi di… anonimato nella capitale spagnola. Insieme a Fernando Torres, il calciatore di Valmontone è finito in un vortice di mercato che ha riguardato un fondo investimento, il Chelsea, Milan e Atletico Madrid.

Ad ogni modo, Cerci è di nuovo un giocatore della Serie A. Con la maglia del Milan potrà sicuramente contare su una maggiore considerazione da parte di Inzaghi rispetto a quanto non ne abbia avuta con Simeone. Troppa concorrenza all’Atletico Madrid, troppo distante il modo di intendere il calcio offensivo da parte di Diego Simeone che con un cavallo pazzo come Cerci non sapeva che farsene. L’esterno d’attacco è atterrato alle 21 a Linate proveniente da Madrid. “E’ un punto di arrivo, ci tenevo a vestire la maglia rossonera, ho fatto il giro largo. L’Inter? Lo dite voi…“, afferma l’ex granata circondato dai giornalisti in aeroporto.

Questa mattina sono in programma le visite mediche presso la clinica La Madonnina. Terminata la prima fase dei controlli, Cerci si trasferirà a Milanello per i test di Milan Lab prima della firma sul nuovo contratto che lo legherà ai rossoneri. Con gli hashtag #2015 e #nuovaesperienza, Cerci ha augurato un felice anno ai suoi followers, dando a tutti loro appuntamento “a prestissimo”. Ecco le sue parole una volta atterrato nello scalo milanese:

“Sono molto felice, per me era molto importante tornare in Italia. Ho fatto un giro largo ma era quello che volevo in estate. Essere arrivato al Milan è un punto di arrivo. Sì ho già parlato con Inzaghi. Darò tutto me stesso. Giocare col Sassuolo? Bisogna vedere, dipenderà dalle procedure burocratiche e dalle decisioni del mister. L’Inter? Sono cose private ma ci tenevo a vestire la maglia rossonera. Sono felice anche per la Nazionale, sono arrivato qui è devo dimostrare di essere un ottimo giocatore. Le prime sensazioni sono positive, è quello che volevo. La maglia 22? Vediamo, quella di Kakà è un numero importante. E’ successo tutto così rapidamente…”.

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Rassegna stampa 2 gennaio 2015: prime pagine Gazzetta, Corriere e Tuttosport