Finisce qui tra la Juventus e Sebastian Giovinco. Finisce con la rescissione anticipata del contratto in scadenza a giugno 2015, mestamente, nel silenzio generale delle parti, a capo chino, con la consapevolezza di aver vinto ma anche di aver sbagliato da ambo le parti. L’addio pare vincolato soltanto più alla federazione statunitense, ma in realtà non è più neanche quello il problema.

Giovinco e i colori bianconeri si sono detti addio, già per gennaio, quando è stata diffusa l’ufficialità dell’accordo tra la Formica Atomica e il sodalizio di Toronto. C’era da subito la volontà di separarsi, di non proseguire questa forzatura, e a mettere al corrente la società di questa eventualità è stato proprio lo stesso D’Amico.

Non è una separazione totalmente amichevole. Per Giovinco la Juve garantisce come buonuscita 1,2 milioni di euro, quindi Giovinco non perderebbe neppure un centesimo. Si è capito subito che si poteva arrivare a una soluzione dolorosa ma comune: lo stesso fantasista durante gli allenamenti si tirava indietro, non forzava, cercava di stare sempre in fondo al gruppo.

Il messaggio ad Allegri era chiaro, ma il tecnico contro il Verona in Coppa Italia non ha voluto sentire ragioni: prima dell’ufficializzazione di qualunque cosa non poteva permettersi di perdere preventivamente e psicologicamente un calciatore che era un effettivo della rosa. Così è andata, ma oggi tutto è più chiaro. Quella presenza, condita da due reti, potrebbe davvero essere l’ultima tra le 132 in bianconero di Giovinco, 66 giocate dal primo minuto e 66 da subentrato. Una storia d’amore lasciata esattamente a metà. Una piccola grande incompiuta del calcio italiano.

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ultimo aggiornamento: 29-01-2015


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