A Parma la situazione è ormai drammatica e il presidente Figc, Carlo Tavecchio, prende in mano la situazione. Rinviata anche la partita contro il Genoa, il patron gialloblu Giampietro Manenti ha rischiato di essere linciato ieri da alcuni tifosi per strada. Dopo l’incontro con il sindaco Federico Pizzarotti, che lo ha definito un personaggio “non credibile”, Manenti ha ripetuto ai giornalisti per strada un refrain che ormai conosciamo molto bene: “Due o tre giorni e arrivano i soldi, ho un piano”. E intanto è passato un mese aspettando che questi bonifici forse qualcuno li porti a piedi dalla Slovenia. Intanto il campionato rischia di essere falsato, poiché senza garanzie capitan Lucarelli e i suoi non scenderanno in campo.

Tavecchio e le istituzioni calcistiche vorrebbero traghettare la squadra fino a fine campionato, d’accordo con il Comune che avrebbe già contattato e ottenuto la disponibilità di alcuni imprenditori locali. La questione è che però il tempo stringe e in situazioni analoghe si sono assegnati in passato gli 0-3 a tavolino. Insomma, un trattamento di assoluto favore nei confronti del Parma, che non è affatto piaciuto al presidente del Coni, Gianni Malagò:

“La regolarità del campionato è inficiata dalla decisione di non giocare Genoa-Parma – dichiara alla ‘Gazzetta dello Sport’ – Il calcio non esce certo bene da questa vicenda”.

tavecchio

Carlo Tavecchio promette che ormai è solo questione di giorni e se non ci sarà la tanto agognata svolta, “non ci saranno altri rinvii”. Tutto dipende da Manenti, che non si decide a portare i libri in tribunale per il fallimento: prima si avvierà l’iter fallimentare, prima la Lega e la Figc potranno aiutare il Parma andando a prelevare le risorse da un fondo di garanzia generalmente utilizzato per le squadre retrocesse. Un volta affidata la società ad un curatore fallimentare, il ‘palazzo’ traghetterà il club fino a fine campionato e lo farà ripartire presumibilmente dalla Serie B e non dai dilettanti.

“Nulla di quello che avevo auspicato si è però verificato. Il Parma è allo sbando – ha detto Tavecchio al termine del Consiglio Federale -, se non si avvia la procedura fallimentare, non si nomina il curatore, non si autorizza l’esercizio provvisorio e non possono arrivare le risorse per proseguire fino al termine della stagione. La Lega di A si è detta disponibile ad aiutare un soggetto credibile, che può essere solo il Tribunale. In questo momento nessuno può dare un euro a una società ormai fallita”.

Ora è necessario predisporre tutti gli strumenti necessari affinché non si ripetano in futuro dei casi analoghi: troppo spesso accade che arrivino in Italia personaggi con un passato nebuloso e titolari di aziende all’estero sulle quali vi sono troppe ombre. In Inghilterra, a Massimo Cellino la FA ha sottratto il Leeds a Cellino per una condanna rimediata dalla giustizia italiana; in Italia, c’è addirittura chi compra società con un euro e poi le fa fallire:

“Nessuno potrà più comprare una società con un euro – prosegue Tavecchio – Oggi sono state dettate le linee guida che prevedono grosse restrizioni e responsabilità per chi decide di acquisire una società di A”.

Intanto, ricevendo il Tapiro d’Oro, Roberto Donadoni non le ha mandate a dire al presidente federale e al numero uno della Lega Calcio:

“Un paio di Tapiri li dovete portare anche ai responsabili di tutto questo, Carlo Tavecchio e Maurizio Beretta, che qui a Parma non si sono ancora fatti vedere”.

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ultimo aggiornamento: 28-02-2015


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